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Piccola guida non turistica per scoprire una “nuova” Roma

Famosa in tutto il mondo per le sue bellezze senza tempo, Roma offre numerosi spunti anche per chi cerca itinerari poco battuti dai turisti. Tra street art e villini fatati, ecco i nostri consigli.

8 minuti di lettura

La Città Eterna viene celebrata come una delle città più belle del mondo grazie alla sua storia antichissima e alle sue stratificazioni urbanistiche che consentono di muoversi da un’epoca a un’altra in pochi passi, saltando dalla Roma antica alla Roma papalina del Seicento barocco, con qualche escursione nel medioevo, come se fossimo viaggiatori del tempo. Celebrata dalla letteratura e dal cinema, dal classico Vacanze Romane (1953) al più recente Mangia Prega Ama (2011), la Capitale offre molteplici spunti per itinerari non turistici, adatti a chi ha già visto Pantheon, Musei Vaticani e i tanti luoghi imprescindibili per chi visita l’urbe per la prima volta. Ecco la nostra piccola guida alla scoperta di una Roma meno mainstream.

Il Quartiere Coppedè: «I villini delle fate»

Situato a metà strada tra la Via Salaria e la Nomentana, il quartiere Coppedè è un complesso residenziale di palazzine e villini tra i più caratteristici di Roma. Realizzato negli anni Venti dall’architetto Gino Coppedè, il quartiere è un sofisticato esempio di sperimentazione tra generi architettonici diversi, dal Liberty al Neo-Gotico, passando per il Barocco e il Modernismo. Rimasto incompleto a causa della morte dell’architetto nel 1927, il quartiere è stato soprannominato “Il villino delle fate” per via della sua atmosfera fiabesca e dei numerosi simboli nascosti nei palazzi, da maschere apotropaiche a gargoyle, fino al ragno che tesse la sua tela nell’omonimo palazzo. Per via della sua unicità e delle sue atmosfere esoteriche, è stato scelto da diversi registi, soprattutto di genere horror, come location per i propri film, da Dario Argento che vi ha girato alcune sequenze di Inferno e L’uccello dalle piume di Cristallo, al capolavoro americano Il presagio diretto da Richard Donner. Non poteva che essere questo il punto di partenza della nostra guida alla Roma meno turistica.

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Quartiere Coppedè, Il Villino delle fate, fonte: Flickr.com – Licenza C.C. BY-NC-ND/2.0 – Autore zioWoody

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La centrale Montemartini, il museo nella centrale elettrica

Tra i tantissimi musei di arte antica e scultura, nella nostra piccola guida non turistica di Roma ve ne proponiamo uno dei più particolari: la Centrale Montemartini, che offre la possibilità di fruire le bellezze dell’arte classica nell’insolita sede di una centrale termoelettrica.

Il museo è nato per un caso fortuito, quando nel 1997, durante la ristrutturazione dei Musei Capitolini, parte della collezione fu spostata negli ambienti della vecchia centrale elettrica nella zona industriale della città. Quando le sale furono aperte al pubblico, il connubio tra arte classica e i macchinari d’epoca stregò i visitatori a tal punto che si scelse di lasciare le opere in pianta stabile, trasformando l’ex centrale in un museo, dove la bellezza fragile e senza tempo dell’Afrodite Cnidia dialoga con vecchi motori e travi in acciaio.

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Centrale Montemartini, Dioniso Barbato, fonte: wikimedia.org – licenza C.C. BY-SA/3.0 – autore LaLupa

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La Street Art dei quartieri di periferia

Amatissima dai writers, Roma pullula di quartieri interamente ricoperti di coloratissimi murales nell’ottica di riqualificare le zone periferiche, al punto che Il New York Times ha dedicato un articolo al fenomeno dal titolo «Roma più di Berlino».

Da San Basilio al quartiere universitario di San Lorenzo, dall’Ostiense a Tor Pignattara, non mancano le opportunità per scoprire Roma da un punto di vista inedito, anche allontanandosi dal centro.

Si consiglia in particolare una visita al Quadraro, nella periferia sud est di Roma, quartiere noto come borgata ribelle per la sua storia. Tristemente ricordato per essere stato nel 1944 teatro del secondo più grande rastrellamento nazifascista di Roma, dopo quello del Ghetto, il quartiere è stato insignito della Medaglia d’oro al valore civile per il ruolo avuto durante la Resistenza. Memoria storica che viene tramandata anche attraverso gran parte dei 21 murales che lo animano e che compongono la collezione del Museo di Urban Art (MURo), museo a cielo aperto di Roma.

L’Orto Botanico di Roma

I viaggiatori provati dalle lunghe camminate e dalle interminabili visite ai musei potranno trovare refrigerio in uno dei polmoni verdi della città, l’Orto Botanico, situato tra le pendici del Gianicolo e il Tevere, nell’antico parco di Villa Corsini. Di proprietà dell’Università La Sapienza di Roma, che si occupa della cura e della manutenzione dei dodici ettari di terreno su cui si estende e delle 8mila specie di piante provenienti da tutto il mondo, l’Orto botanico vanta l’albero più antico della città, la cui età è stata stimata in più di 500 anni.

Imperdibile la serra con le piante tropicali, il boschetto di bambù e il giardino giapponese, soprattutto nei mesi primaverili per via della fioritura degli alberi di ciliegio.

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Orto botanico, Fontana dei Tritoni, fonte: Flickr.com – Licenza C.C BY-NC-ND/2.0 – Autore Paolo Margari

Said, la cioccolateria più antica di Roma, e le trattorie storiche

La cultura appaga ma non sazia, dunque nella nostra guida di Roma non potevano certo mancare i suggerimenti culinari. Se visitate la città nei mesi freddi, non lasciatevi scappare Said, la cioccolateria più antica di Roma, aperta nel 1923 e ubicata nel vivace quartiere universitario di San Lorenzo.

Se invece desiderate provare la cucina romana tradizionale sono numerose le trattorie storiche pronte a deliziare i palati dei viaggiatori. Da provare almeno una volta Armando al Pantheon, storico locale a gestione familiare aperto negli anni Sessanta, che si fregia di una cantina di vini di oltre 400 etichette, e Sora Lella, in origine a Campo de’ Fiori e ora sull’isola Tiberina, di proprietà della mitica Sora Lella, all’anagrafe Elena Fabrizi, volto simbolo della romanità, nonché protagonista di celebri pellicole di Mario Monicelli e Carlo Verdone. Da non perdere i tonnarelli alla cuccagna, una sorta di carbonara con 18 ingredienti che deve il suo nome proprio alla Sora Lella: «Ma ‘sti tonarelli so’ ‘na cuccagna!».

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Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

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