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Breve storia di Sant’Ambrogio e Milano

Un personaggio molto importante per l'intera Europa dell'epoca; un uomo forte e dinamico che pose le basi di tutta la storia del cristianesimo. Ma chi era davvero Sant'Ambrogio? E qual è il suo legame con Milano?

12 minuti di lettura

Era il giorno di Natale del 390 d.C. e uno degli ultimi veri imperatori dell’Impero romano d’Occidente, Teodosio, ex generale Spagnolo, nel 382 d.C. chiamato dall’inesperto Graziano a condividere con lui il trono, si trovava nel bel mezzo di un’umiliazione pubblica a Milano. Reo di aver massacrato per rappresaglia la popolazione di Tessalonica, ribellatasi contro il comandante imperiale, Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, prima lo scomunicò nella basilica di Milano, poi lo costrinse a una pubblica umiliazione per ottenere il perdono di Dio. In realtà l’umiliazione è il primo episodio che si utilizza per denotare la potenza di questo vescovo dell’epoca tardo-antica, ma bisognerebbe piuttosto citare tutto il pacchetto di leggi antipagane che Teodosio sarà costretto a varare, rendendo de facto e de iure la religione cristiana religione dell’impero. La svolta del mondo romano verso la religione cristiana è epocale, poiché pone le basi della potenza della chiesa che segnerà tutta la storia fino ai giorni nostri e inoltre è molto rapida.

Si pensi che l’ultima persecuzione dei cristiani è a opera di Diocleziano nel 303 d.C., nel giro di dieci anni, nel 313 d.C. viene emesso l’editto di Milano da Licinio e Costantino, per cui in tutto l’Impero la religione cristiana inizia a essere tollerata, così da vietare ogni persecuzione. Nel 380 d.C. Teodosio, Graziano e Valentiniano II, con l’editto di Tessalonica impongono la religione cristiana a tutto l’impero e vietano, in primo luogo, l’arianesimo, poi anche i culti pagani. Dopo l’umiliazione di Milano di Teodosio da parte di Sant’Ambrogio, questa seconda parte, in riferimento ai culti pagani, si inasprisce ancora di più.

Insomma, in 77 anni si passa dall’ultima persecuzione dei cristiani da parte dei pagani a letteralmente l’opposto: rendere il cristianesimo religione di stato e proibire i culti pagani; tempi record per l’antichità.

In tutto ciò, un vescovo cristiano ha talmente tanto potere da poter pubblicamente umiliare un imperatore. Ma torniamo ancora indietro: chi è Ambrogio?

Nacque a Treviri nel 330 d.C., figlio di un prefetto del pretorio, abbastanza presto si diede al normale cursus honorum delle varie cariche amministrative dell’Impero. Nel 373 d.C. venne eletto, dal prefetto del pretorio d’Italia, governatore consularis dell’Emilia e della Liguria, con sede a Milano. Nella tardo-antica Mediolanum, in quell’epoca, vi era un vescovo ariano di nome Aussenzio, il quale, nel suo lungo episcopato, oppresse lungamente la parte cattolica della cittadinanza. Con la sua morte, nel 374, scoppiarono i tumulti. Il governatore Ambrogio dovette così intervenire nella questione; egli prese le parti cattoliche e fu acclamato dal popolo rivoltoso vescovo di Milano, benché non avesse mai ottenuto il sacramento del battesimo e fosse laico. Infatti, lo stesso Ambrogio, in un primo momento, preso alla sprovvista, non volle affatto accettare il nuovo incarico. D’altronde la sua elezione era assolutamente contraria ai canoni ecclesiastici, che difatti proibivano l’elezione di un laico al rango addirittura di vescovo. Il volere dell’Imperatore però fu quello di assecondare la popolazione milanese particolarmente entusiasta del giovane governatore, e così Ambrogio ottenne il battesimo e divenne improvvisamente vescovo.

Nonostante fosse vescovo, Ambrogio continuò la sua attività politica. Spinto infatti dal favore che godeva sia dalla popolazione che dagli imperatori stessi, Ambrogio mise piene mani in tutte le questioni politiche della sua epoca. In particolare, combatté il paganesimo e l’arianesimo, arrivando ad avere parte attiva anche nelle scelte dell’Imperatore Teodosio. Combatté l’influenza di Giustina, la madre di Valentiniano II, che voleva che venisse riconosciuto il culto ariano, imponendosi ancora a Teodosio, il quale infatti con l’editto di Tessalonica lo avrebbe poi proibito.

Un’altra occasione in cui si sarebbe imposto all’imperatore, prima dell’umiliazione del 390, è quando costui punì il vescovo di una località della Mesopotamia per aver bruciato una sinagoga ebraica, costringendolo a ricostruirla. Ambrogio, che trovava l’idea che un vescovo dovesse utilizzare denaro della Chiesa cristiana per costruire una sinagoga fosse un atto sacrilego, impose a Teodosio di ritirare la richiesta.

Ambrogio, il vescovo di Milano, fu dunque uno dei personaggi più influenti del mondo romano del IV secolo d.C. ed ebbe, grazie alle sue grandi capacità politiche e uno spirito molto energico, un ruolo di primo piano nella rapida affermazione del cristianesimo cattolico che, come si diceva poco sopra, avrebbe poi posto le origini della potenza della Chiesa fino ai giorni nostri.

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Sant’Ambrogio e Milano

Il 7 dicembre è un giorno festivo per Milano e i milanesi: è la festa del loro santo patrono, Sant’Ambrogio. Un santo, dunque, ancora ricordato al giorno d’oggi. Uno dei luoghi milanesi che più di altri ci testimoniano l’amore che in ogni epoca i cittadini di Milano hanno provato verso Ambrogio è la Basilica di Sant’Ambrogio. Costruita già a partire dal 379 d.C., dunque pochi anni dopo l’ottenimento del vescovato di Ambrogio, sopra una vasta necropoli al di fuori delle mura cittadine, venne fin da subito definita dai cittadini “basilica ambrosiana”. Nel 397 Ambrogio si farà seppellire nella basilica, e la sua salma mummificata, con quelle di Protaso e Gervaso, si trova ancora oggi sotto l’altare ed è visibile al pubblico. Un altare d’oro che viene costruito in epoca carolingia e nella stessa epoca le salme verranno posizionate nello stesso modo in cui le troviamo oggigiorno.

La basilica diviene negli anni metà di pellegrinaggio, tanto da diventare la più importante di Milano. Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo la basilica viene completamente ricostruita assumendo le sembianze di una chiesa romanica. Quando, infatti, si parla di romanico lombardo non si può non citare il vero centro della sua storia, proprio la basilica di Sant’Ambrogio. Essa subisce dei cambiamenti radicali:

la navata centrale viene suddivisa in tre campate quadrate, a cui si aggiunge una quarta campata coperta dal tiburio; a ogni campata maggiore corrispondono nelle navate due campate minori, anch’esse, come le maggiori, quadrate e coperte da volte a crociera costolonate. Il ritmo tra campate maggiori e minori è sottolineato dall’alternanza di pilastri maggiori, con colonne addossate, e pilastri minori. Nell’alzato della navata maggiore alle campate succedono i matronei che si aprono con arcate doppie verso la navata maggiore; oltre che esercitare una funzione statica scaricando il peso soprastante, essi raddoppiano la superficie disponibile, lasciando sgombra la navata per le processioni. Davanti alla chiesa, in posizione assiale, si sviluppa un atrio a quadriportico che reca la data 1098, con volte a crociera su pilastri cruciformi di dimensioni uguali alle campanelle interne, cosicché i lati risultano in stretta continuità della basilica stessa; il quarto lato del portico è addossato alla facciata della chiesa e si presenta a due piani con una loggia superiore a tre grandi archi di altezza decrescente.

Liana Castelfranchi, p.150, 1993

Questo tipo di struttura è la base per tutto il romanico lombardo. In questo tipo di romanico avremo anche San Fedele di Como, San Savino a Piacenza e San Michele a Pavia, con le dovute differenze. Una struttura che ha in sé una grande coerenza d’insieme, espressa in particolare dalla sua robusta sensibilità plastica. Insomma, nella città che trova uno dei più importanti esempi di gotico in Italia, il Duomo, troviamo anche uno degli esempi più importanti di romanico.

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Un’altra Chiesa, che spesso passa inosservata, e che ha a che fare con la storia di Sant’Ambrogio è la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, che oggi si trova in un piccolo angolo di Via Torino, non lontano dal Duomo. Infatti, venne costruita in epoca rinascimentale, nel XIV secolo, inglobando il vecchio sacello di San Satiro, una piccola chiesa a sua volta costruita nel IX secolo. Uno dei particolari più rilevanti di questa chiesetta è il coro illusionistico del Bramante, una delle più belle espressioni della pittura prospettica rinascimentale italiana e del genio del Bramante. Lo stesso Vasari ne parlò:

…il tempio di S. Satiro, che a me piace sommamente per essere opera ricchissima, e dentro e fuori ornata di colonne, corridori doppi ed altri ornamenti, e accompagnata da una bellissima sagrestia tutta piena di statue. Ma soprattutto merita lode la tribuna del mezzo di questo luogo

Giorgio Vasari, Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori

Ma chi è Satiro? Satiro fu il fratello di Ambrogio. Infatti, il vescovo di Milano del IX secolo, Ansperto, volle creare, oltre a Sant’Ambrogio, altre due chiese dedicate a figure importanti per il santo: San Satiro e San Silvestro. Il primo fu suo fratello e il secondo fu un acerrimo nemico dell’arianesimo, nonché Papa durante il periodo di Costantino da Imperatore “cristiano”. Ancora oggi lo si festeggia l’ultimo giorno dell’anno. La chiesa era situata nell’attuale via Giuseppe Verdi, fu soppressa nel 1786 e distrutta.

Sant’Ambrogio fu un personaggio molto importante sia per Milano che per l’intera Europa cristiana; un uomo forte e dinamico che pose le basi di tutta la storia del cristianesimo successivo.

 

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Vladislav Karaneuski

Classe 1999. Studente di Lettere all'Università degli studi di Milano. Amo la letteratura, il cinema e la scrittura, che mi dà la possibilità di esprimere i silenzi, i sentimenti. Insomma, quel profondo a cui la parola orale non può arrivare.

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