Dipinto da John William Waterhouse (1849-1917) nel 1888, The Lady of Shalott, è una delle opere manifesto del Preraffaellismo, movimento artistico nato nel 1848 in Gran Bretagna con l’obiettivo di riportare in auge stile e tematiche dell’arte dei cosiddetti “primitivi”, ovvero gli artisti precedenti a Raffello, considerato dai preraffaelliti iniziatore della decadenza artistica moderna. Conservato alla Tate Britain di Londra, l’opera illustra il tragico epilogo dell’omonimo poemetto romantico del poeta inglese Sir Alfred Tennyson, a sua volta ripreso da una leggenda del ciclo arturiano, grande fonte di ispirazione per tutto il movimento preraffaellita.
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Analisi dell’opera «The Lady of Shalott»
Una giovane donna biancovestita dai lunghi capelli biondo rossicci è immortalata nell’atto di attraversare un fiume su una piccola barca. Quella che a un primo sguardo potrebbe sembrare una scena idilliaca è in realtà un lento cammino verso la morte, come preannunciato dall’espressione angosciata della fanciulla, dalle candele sul punto di spegnersi e dalla malinconica atmosfera autunnale che la circonda.
La misteriosa dama ritratta è infatti Elaine di Astolat, costretta a vivere rinchiusa in una torre nella piccola isola di Shalott per via di una terribile maledizione: la sola vista di Camelot la condurrà a morte certa.

Nel corso degli anni Waterhouse ha realizzato ben tre versioni del dipinto, illustrando le fasi salienti dello svolgimento della storia. Il primo dipinto in ordine cronologico, realizzato solo nel 1916, illustra la quotidianità nella torre, il secondo mostra l’innamoramento della dama per Lancillotto, riflesso tramite lo specchio che ella usa per osservare il mondo. Innamoramento che la condurrà ad un tentativo di ribellione nei confronti del suo triste destino, illustrato nel dipinto del 1888, dove Elaine é rappresenta nei suoi ultimi istanti di vita, spesi nel tentativo di raggiungere Camelot.
The mirror crack’d from side to side
The curse has come upon me
Cried the Lady Of Shalott.
Secondo la critica la vicenda della sfortunata dama ritratta da Waterhouse potrebbe rappresentare il conflitto tra arte e vita. Elaine sarebbe dunque la metafora dell’artista contemplativo che dedica la sua esistenza allo studio e alla riflessione, tormentato però dal desiderio di essere parte della società, con il suo caos e le sue passioni, che pur potrebbero distrarlo dalla sua missione di vita e condurlo alla rovina.
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A proposito di John William Waterhouse
Nato nel 1849 a Roma da genitori britannici, Waterhouse eredita la sua passione per l’arte dal padre, celebre paesaggista. Si forma presso la Royal Academy of Arts di Londra, dove espone le sue prime opere. Pur non essendo ufficialmente parte della Confraternita dei Preraffaelliti, nata quando il pittore aveva solo un anno, la sua arte è stata associata dalla critica a quella dei Preraffaelliti, con i quali condivide l’amore per le ambientazioni mitologiche e medievali e la predilezione per le figure femminili, angelicate ed eteree o misteriose e seduttive a seconda dei casi.
Nonostante il grande successo riscosso tra le fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Waterhouse è stato anche criticato per il tono nostalgico e antichizzante della sua arte, in aperto contrasto con la modernità della rivoluzione impressionista che, a partire dal 1872, anno della prima mostra ufficiale del gruppo, aveva investito l’Europa.
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