Le mostre d’arte, in genere, offrono al pubblico una serie di opere spesso di un solo artista, prese in prestito per l’evento da qualche museo o da collezioni private. In modo completamente diverso si presenta la mostra Time, Forward! in corso a Venezia dall’11 maggio fino al 20 ottobre 2019, nata da un nuovo progetto del curatore d’arte egiziano Omar Kholeif. Il titolo della mostra si ispira, rovesciandolo, allo slogan sovietico del XX secolo, il quale annunciava con orgoglio ed ottimismo l’accelerazione dei tempi verso il progresso.
A stabilire la sua singolarità è il fatto che, per questa mostra, artisti internazionali viventi, già affermati ed emergenti, si sono dati appuntamento a Venezia agli albori del progetto per discutere insieme, a mo’ di simposio filosofico, sulle loro differenti concezioni della temporalità e del processo di accelerazione che, forse più di altri, caratterizza l’epoca digitale contemporanea; per poi dare avvio alla produzione artistica di opere che espongano le loro riflessioni filosofiche sul tema, e che, come è tipico della vera arte, ne suscitino di ulteriori.
La mostra Time, Forward!
La peculiarità della mostra è evidente già per il fatto che, invece di ruotare attorno ai capolavori di un qualche artista già noto al pubblico, essa nasce a partire da modi di riflessione rappresentativa su un tema, che è, appunto, il tempo, ma anche il rapporto dell’uomo con la tecnologia che si ritrova a maneggiare nella sua quotidianità e sulle speculazioni concernenti la velocità come concetto cardine dell’epoca digitale. Proprio al tema del rapporto uomo-tecnologia è dedicato il video monocanale di James Richards Live and Think like Pigs, mentre il film di fantascienza Inside Aggregate States of Matters, dell’artista Rosa Barba, indaga il concetto di tempo a partire dalla ricerca di modalità di connessione tra paesaggio e memoria.
L’installazione multimediale Beyond the Wave Epoch di Haroon Mirza immagina un futuro in cui la scienza ha subìto un’accelerazione che va oltre i nostri pensieri più audaci. Tra le varie opere della mostra e gli artisti che vi partecipano, spicca anche un’opera che formula ipotesi sui viaggi temporali e sulla nozione di immortalità: Untitled (AD 2019) di Aleksandra Domanović.
È interessante, nel panorama contemporaneo dell’arte, vedere nascere non solo opere concettuali d’avanguardia, ma autentiche mostre concettuali d’avanguardia che derivano proprio da un confronto costruttivo tra artisti di diverse etnie e nazionalità. A conferma della sua natura squisitamente concettuale e riflessiva, la mostra, che occuperà tutto il V-A-C Zattere (sede veneziana dell’associazione V-A-C, piattaforma di discussione aperta che si prefigge il compito di promuovere iniziative interdisciplinari come pubblicazioni, dibattiti e, appunto, mostre), ospiterà anche filosofi, tra i quali compare Davide Sisto, il più esperto studioso italiano dei Death Studies e di mortalità digitale, e Ines Testoni, psicologa e filosofa dell’università di Padova.
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