Tutti parlano di lui. Il suo viso è sulle copertine delle riviste di tutto il mondo. Sui social network pullulano le fanpage dedicate a lui. Ci riferiamo a Timothée Chalamet, classe 1995, padre francese e madre americana.
Questo ragazzo giovanissimo, dai capelli scuri e mossi e gli occhi grandi, è nell’occhio del ciclone perché il prossimo 4 marzo l’ambitissimo Oscar per il miglior attore protagonista potrebbe essere suo grazie al suo intenso ruolo di Elio in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Alla Notte degli Oscar Timothée se la vedrà con colleghi molto più navigati, come Daniel Day-Lewis, Daniel Kaluuya, Gary Oldman e Denzel Washington. Comunque vada, è senz’altro una bella soddisfazione, per un ragazzo che ha compiuto ventidue anni solo due mesi fa, vedere il proprio nome accanto a quello di vere e proprie stelle del cinema, nella lista dei candidati.

Una nomination da record
Sembra quindi che sia nata una stella. Una stella da record, tra l’altro. È facile intuire che una nomination per l’Oscar come miglior attore protagonista non è qualcosa di così comune per un attore così giovane, e i numeri lo confermano. Timothée è infatti il terzo nominato più giovane di sempre: prima di lui ci sono stati solo Jackie Cooper, che ricevette una nomination nel 1931 per Skippy a soli nove anni, e il diciannovenne Mickey Rooney, candidato per Babes in Arms nel 1940. Il più giovane vincitore, invece, è stato Adrien Brody, che si è aggiudicato la bramata statuetta nel 2003 con Il pianista, poco meno di un mese prima del suo trentesimo compleanno. Se vincerà, Timothée sarà il più giovane di tutti i tempi.
L’inizio di una carriera brillante
Chiamami col tuo nome non è il primo film in cui Timothée ha lavorato, anche se senza dubbio è quello che lo ha consacrato tra il grande pubblico. L’attore franco-americano ha infatti cominciato a recitare nel 2008, comparendo prima in qualche cortometraggio e poi nella serie TV Law and Order. Il primo lungometraggio per il cinema è arrivato nel 2014, anno in cui Timothée ha interpretato un ruolo minore in Men, Women & Children di Jason Reitman.
La lunga attesa per il ruolo di Elio
La carriera di Timothée, cominciata un po’ in sordina, sembra dirci che nella vita bisogna saper perseverare, e soprattutto aspettare: lui, così come Armie Hammer, suo collega in Chiamami col tuo nome, ha dovuto aspettare per anni prima di poter girare il film di Guadagnino. Il primo incontro con il regista italiano è stato nel 2013, quando Timothée aveva solo diciassette anni, ma la parte di Elio gli è stata ufficialmente assegnata solo nel 2016. Timothée ha però spesso ripetuto che è valso la pena aspettare perfino per così tanto tempo, visto che ha avuto la possibilità di interpretare un personaggio complesso, profondo, diversissimo da quelli che si fanno di solito impersonare a un ventenne.

Una ricca ricompensa
La lunga attesa, inoltre, non è stata solo compensata dalla profondità – indiscutibile – del ruolo. Nomination per l’Oscar a parte, Timothée ha già vinto diversi premi proprio grazie a Elio: per citarne solo alcuni, il Chicago Film Critics Association Award, il New York Film Critics Circle Award (entrambi al miglior attore) e il Gotham Independent Film Award al miglior interprete emergente. E non bisogna dimenticare anche le prestigiosissime nomination ai Golden Globe e ai Bafta, sebbene in nessuno dei due casi la vittoria finale sia poi andata a Timothée.
Dopo le ultime due «delusioni» (se di delusioni si può poi parlare!), che la Notte degli Oscar del 4 marzo sia la volta buona per questa giovane promessa del cinema? Davanti alla scena finale di Chiamami col tuo nome, in cui si ha l’impressione che Timothée non si stia limitando a interpretare una parte, ma che le lacrime di Elio siano proprio sue, verrebbe da sperare di sì.