«L’uomo che dipingendo canta», così veniva descritto dai suoi contemporanei Giovanni Zangrando. Talentuoso pittore triestino nato nel 1867, è ricordato per il suo charme e il suo interesse per la vita della sua città. Quando aveva ancora 16 anni, l’associazione italiana di beneficenza lo selezionò per una borsa di studio che gli permise di terminare le scuole e di iscriversi, in seguito, all’Accademia delle Belle Arti di Venezia. I cinque anni che passò nel capoluogo veneto furono di grande formazione, anche grazie al sostegno e all’appoggio del celebre Pompeo Molmenti, insegnante e guida del giovane artista. Una volta terminato il diploma fece rientro a Trieste, senza perdere l’occasione di viaggiare per l’Europa, così da diventare un artista dinamico, con una formazione completa e profonda.
La formazione internazionale di Giovanni Zangrando
Parigi e Monaco di Baviera furono le destinazioni più rilevanti per la vita di Zangrando, che dovette, però, rientrare a Trieste nella speranza di avere più opportunità di vivere di arte; il mondo dell’arte, oggi come allora, era, infatti, molto competitivo e, certamente, instabile. L’intuizione che ebbe non fu affatto sbagliata: fu proprio durante il soggiorno nella sua città natale, Trieste, che dipinse Trieste maternità, tela con la qual vinse il Premio Rittmayer per il pensionato di Roma: l’amore per la sua città lo portò al successo e gli aprì le porte per un soggiorno nella capitale. Trasferitosi a Roma ebbe modo di entrare nel circolo culturale e artistico del tempo riuscì a costruire in quegli anni diversi rapporti, tra i quali ricordiamo quello con Cesare Pascarella, noto pittore, caricaturista e illustratore. Furono pochi anni, prima della Prima guerra mondiale, quelli in cui il successo di Giovanni Zangrando fu nazionalmente riconosciuto; anche se non partecipò a numerose mostre, le sue opere furono esposte anche a livello internazionale e il suo talento fu riconosciuto dalla Biennale di Venezia: in particolare, fu durante la Biennale del 1907 che un suo quadro venne premiato. Negli anni prima dello scoppio del conflitto, Zangrando fondò una scuola di pittura insieme al collega Guido Grimani. Purtroppo, la scuola rimase aperta solo dal 1905 al 1914, anno in cui il sodalizio fu bruscamente interrotto dallo scoppio del conflitto bellico. Durante la guerra si rifugiò a Firenze per poi tornare, una volta tornata la pace, a Trieste, città in cui morì nel 1941. Giovanni Zangrando fu un pittore che, tanto nelle sue opere quanto nella sua quotidianità, rappresentò la quiete prima della tempesta, un uomo ricordato per la sua convivialità e simpatia, impegnato nella vita e nella quotidianità della sua città natale.
Zangrando e lo stile impressionista
Giovanni Zangrando ha dedicato gran parte della sua produzione artistica alla rappresentazione dei paesaggi, in particolare le vie, le piazze, gli scorci più romantici e caratteristici della sua città natale, Trieste. Definito da molti “impressionista del paesaggio” e “artista dell’accenno”, il pittore non era solito basarsi su tele di grandi dimensioni, ma prediligeva, al contrario, piccoli supporti per realizzare i suoi bozzetti che in una composizione organizzata e delicata riescono a conferire materiale emotivo ai luoghi raffigurati.
Nel dipinto Trieste dal mare con Palazzo Carciotti, ad esempio, Giovanni Zangrando propone all’osservatore la vista dell’edificio settecentesco situato al centro di Trieste, posto all’inizio di Canal Grande, riconoscibile per le colonne d’ordine gigante nella parte centrale della facciata. La composizione però non mette in risalto il Palazzo ma lo inquadra in un paesaggio omogeneo in cui nessun elemento prevarica sull’altro, reso uniforme dai colori pastello dalle sfumature dolci. Le macchie cromatiche confuse sulla riva confermano lo stile impressionista del pittore triestino, contribuendo a rendere bene il senso di lontananza e dunque appunto la vista dal mare, quasi come se lo stesso osservatore si trovasse su una barchetta in attesa di scendere e scoprire la città. Ed è sempre Zangrando a offrirci la prospettiva di ciò che si trova sulla terraferma in Le rive…