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7 superstizioni teatrali di cui non conoscevi l’esistenza

7 minuti di lettura

Chiunque abbia frequentato il teatro, o persone di teatro, si sarà accorto che questo mondo pullula di stravaganze, tradizioni e strane credenze. Vi presentiamo qui di seguito 7 superstizioni teatrali (alcune famose, altre meno) con la loro vera o presunta origine.

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1) «Merda, merda, merda!», la più famosa delle superstizioni teatrali

A tutti è capitato di essere seduti in sala aspettando l’inizio dello spettacolo e sentire dietro il sipario chiuso gli attori urlare «Merda, merda, merda!». La spiegazione di questa credenza, una delle superstizioni teatrali più conosciute, è molto semplice: un tempo a teatro si andava in carrozza. Ovviamente più pubblico c’era e più carrozze arrivavano e, di conseguenza… più cavalli erano presenti. Non è necessario entrare nel dettaglio su cos’altro portassero con sé i cavalli.

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2) I colori sfortunati nelle superstizioni teatrali

Ogni Stato ha, nelle sue superstizioni teatrali, un colore diverso che ritiene sfortunato. In Francia, il verde è considerato sfortunatissimo dopo che Molière morì nel suo costume verde durante la rappresentazione del suo Malato immaginario il 17 febbraio 1673. In Inghilterra il blu è ritenuto causa dei fallimenti delle compagnie teatrali perché le stoffe di questo colore erano molto costose, ma piacevano molto al pubblico. Per questo motivo i teatranti si indebitavano fino a non poter più tenere in piedi la compagnia pur di compiacere il pubblico.

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In Italia il colore da evitare assolutamente all’interno di un teatro è il viola. Per questa superstizione bisogna ritornare al Medioevo: durante la Quaresima tutti i teatri erano chiusi e ogni tipo di rappresentazione pubblica era vietata, e il colore viola è legato ai paramenti delle chiese e dei preti usati durante questo periodo liturgico.

3) «Macbeth»

Non preoccupatevi: fuori da un teatro si può ancora dire, ma una volta entrati bisogna fare attenzione. Secondo le superstizioni teatrali infatti maledetto colui che pronuncia il nome del Macbeth.

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Ci sono diverse versioni sull’origine di questa credenza: la leggenda più diffusa è che Shakespeare si fosse ispirato a un vero sortilegio per scrivere la canzone delle tre streghe e che dunque le proprietarie di esso avessero maledetto il dramma. Un’altra versione vuole che durante la prima rappresentazione le tre figure magiche fossero interpretate da streghe vere e che queste avessero usato dei veri sortilegi sul palcoscenico. Un motivo più pratico per cui il testo viene considerato sfortunato è la copiosa presenza di duelli; più sono i combattimenti con le spade, più possono essere gli incidenti.

Per ovviare al problema gli addetti al mestiere chiamano quest’opera Il dramma scozzese, Macb o Macbee.

4) «Break a leg!»

Poco usato in Italia, questo augurio è un ottimo sostituto del “Buona fortuna”, considerato quest’ultimo un augurio che invece, secondo le superstizioni teatrali, porta sfortuna.

Ci sono diverse teorie sull’origine di questo modo di dire: alcuni studiosi pensano che sia derivato dallo Yiddish “הצלחה און ברכה” che si pronuncia “hatsloche un broche” e significa “successo e benedizione” per la vicinanza di suono.

Le teorie più legate al teatro sostengono che fosse un modo per indicare l’inchino a fine spettacolo, come se nel piegarsi si potesse leggere una sorta di “rottura della gamba”. Oppure si pensa che la leg line fosse la linea che circondava la scena e la separava dalle quinte (chiamate legs) e che quindi “rompere la gamba” significasse attraversare quella linea e quindi andare in scena.

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5) Quando cade il copione nelle superstizioni teatrali

Ogni volta che un copione cade, uno spettacolo rischia di fallire. Il simbolismo è chiaro: le pagine contengono la stesura completa dello spettacolo e quando cadono fanno pensare alla possibile caduta della messa in scena. Proprio per questo ogni teatrante che si rispetti, prima di raccoglierlo, lo prende e lo sbatte tre volte a terra, come un rito.

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6) Fischiare in teatro

Ancora meno conosciuto è questo divieto: in teatro non bisogna fischiare. L’origine è molto pratica: un tempo a manovrare le scene e i fondali si mettevano i marinai, uomini che molto pragmaticamente conoscevano le corde. Questi per comunicare fischiavano in modo specifico per darsi indicazioni, dunque fischiare senza motivo li avrebbe portati all’errore.

7) La «ghostlight»

L’ultima tra le superstizioni teatrali che prendiamo in esame, e che non può mancare in un teatro, è la ghostlight, come viene chiamata in inglese. Una semplice luce che viene accesa una volta che il teatro è chiuso e spento fino al giorno successivo. Di solito si tratta di una lampada abbastanza alta con una semplice lampadina e una gabbietta di ferro intorno.

La presenza di questo punto luce viene spiegata in modo pratico dicendo che permette di evitare incidenti causati dalla completa oscurità del palcoscenico. Una leggenda vuole che un ladro fosse entrato in un teatro buio e che si fosse rotto una gamba cadendo nel buco dell’orchestra; il malvivente dunque avrebbe fatto causa al teatro e vinto! Cosa che ha poi portato all’istallazione di una ghostlight.

L’altra credenza è che questa lampada serva a tenere lontani i fantasmi che infestano i teatri.

 


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Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021