Etologia dell’umano: «La ferocia» di Altamura al Teatro Elfo Puccini

Quando la crudeltà non è bestiale ma profondamente umana. Tratto dal romanzo di Lagioia, uno spettacolo che porta in scena i rapporti, le bugie e i desideri di una famiglia
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Tratto dal romanzo di Nicola Lagioia lo spettacolo La ferocia di Michele Altamura è stato acclamato dalla critica, vincendo anche ben quattro premi Ubu (tra cui miglior spettacolo 2024).

Postfatto

La storia è quella di una famiglia. L’unica figlia femmina, Clara, si è appena suicidata. La scintilla della trama innesca un vero e proprio incendio che si propaga incontrollato. Tra quelle fiamme e macerie emergono le verità nascoste fino a quel momento.

Vittorio Salvemini (Leonardo Capuano) è un ricco imprenditore edile di Bari. Clara è la sua unica figlia femmina dopo i due maschi Ruggero (Michele Altamura) e Michele (Gabriele Paolocà); quest’ultimo però è figlio dell’amante di Vittorio, non di Annamaria (Francesca Mazza). Michele sarà colui che indagherà sulla verità dietro la morte di Clara, verità di cui il padre era in realtà al corrente.

Il trailer allo spettacolo

Lagioia

La drammaturgia riesce a restituire perfettamente la scansione di scrittura di Nicola Lagioia. Le verità dei fatti emergono lentamente, man mano che i personaggi le scoprono e, come accade spesso, i pezzi del puzzle si incastrano soltanto una volta che sono stati rivelati tutti. Lo spettatore osserva spiegarsi la storia attraverso i diversi punti di vista dei personaggi.

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Nulla è didascalicamente raccontato e chi osserva comprende gli avvenimenti per come sono narrati e affrontati dai protagonisti stessi. Gli unici momenti in cui la quarta parete viene parzialmente attraversata sono quando i personaggi si rivolgono direttamente a Clara. Solo alla fine dunque emerge tutta la verità.

Erbacce

La scenografia stessa comunica un altro strato da leggere, dicono le note di regia:

Nel pensare la regia dello spettacolo abbiamo scelto di mettere al centro, nella sua assordante assenza, il corpo di Clara, chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere. Intorno, l’abissale e cruenta vanità del potere rappresentata dagli altri membri della famiglia e da tutti coloro che sono coinvolti nei loro affari.

Le erbacce che piano si mostrano tra le ceneri vengono spostate sulla scena man mano che la trama prosegue. Queste piante alte più di un uomo invadono dapprima la parte anteriore della scena e poi entrano nella casa stessa che ingombra il centro di essa. Ora non si può più ignorare la verità.

ferocia teatro altamura
Fonte: Elsinor.net

Clara

Come dicono le note di regia, la casa bianca con le vetrate rappresenta la grande assente: Clara. Questo corpo viene invaso da chi tenta di possederlo, ma invano. Alla fine le uniche ad abitarlo saranno le erbacce: quei lati oscuri della vita della ragazza che però hanno permesso al fratellastro Michele di capire la realtà dei fatti.

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Sembravano potersi nascondere tra quelle quattro mura, ma in trasparenza quello che non si poteva più nascondere è stato visto; e ciò era terribile.

La ferocia

Come spesso accade, il titolo rivela la chiave di lettura di tutto. Definita come un atto crudele e inumano da Treccani, essa è l’etere attraverso cui navigano tutti i personaggi. I protagonisti non guardano in faccia a nessuno nel loro cammino; si penserebbe quasi che la loro furia sia animale, ma questa è una storia tutta umana.

La ferocia dei personaggi sta nei loro calcoli, nei sotterfugi che organizzano, nelle menzogne e nelle vendette. Non c’è nulla di animale in quello che succede: solo la ferocia umana di chi brama tutto.

La ferocia al Teatro Elfo Puccini
regia Michele Altamura, Gabriele Paolocà
con Roberto Alinghieri, Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Michele Cipriani, Francesca Mazza, Gabriele Paolocà, Andrea Volpetti

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Immagine generata con l’intelligenza artificiale da ChatGPT a partire dal contenuto dell’articolo.

Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

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