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Il Fallo di Hohle Fels: un viaggio affascinante nell’eros della Preistoria

Un cilindro di siltite, risalente a circa 28.000 anni fa, lungo 20 centimetri, dalla superficie liscia e levigata. E una forma inequivocabile. Quali segreti si celano dietro al Fallo di Hohle Fels?

3 minuti di lettura

Nelle profondità della grotta di Hohle Fels, nel sud-ovest della Germania, giace un reperto archeologico che sfida la nostra comprensione dell’eros nella Preistoria: un cilindro di siltite, risalente a circa 28.000 anni fa, scolpito con una forma inequivocabilmente fallica. Con i suoi 20 centimetri di lunghezza e la sua superficie liscia e levigata, questo oggetto rappresenta una delle più antiche e audaci rappresentazioni dei genitali maschili mai rinvenute.

Il Fallo di Hohle Fels https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Hohle_fels_phallus%C2%A9urmu_2014.jpg

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Un oggetto simbolico e rituale

Dietro la sua semplicità, secondo gli archeologi, si cela un complesso sistema di idee e valori, un codice primordiale che arriva a parlarci del rapporto tra l’uomo e la sua sessualità. Il Fallo di Hohle Fels, come è stato soprannominato, non è solo un oggetto, è un ponte che ci collega a un passato remoto, a una concezione dell’eros profondamente diversa dalla nostra.

Secondo le prime ipotesi non un semplice oggetto decorativo, piuttosto un elemento con un profondo significato simbolico e rituale. La sua forma stilizzata, priva di dettagli anatomici realistici, suggerisce che la sua funzione principale non fosse quella di rappresentare fedelmente l’organo genitale maschile, ma piuttosto di evocare concetti di fertilità, potenza e virilità.

Un’ipotesi affascinante: la gestione programmata delle pulsioni

Un’altra ipotesi affascinante avanzata da alcuni studiosi è che il Fallo di Hohle Fels potesse essere stato utilizzato in pratiche rituali volte a gestire le pulsioni sessuali all’interno della comunità. L’oggetto, liscio e privo di spigoli, potrebbe essere stato impiegato in forme di auto-gratificazione o di stimolazione sessuale durante cerimonie o riti propiziatori.

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Hohle Fels: un tesoro archeologico di inestimabile valore

Immersa nelle Alpi Sveve, la grotta di Hohle Fels è un vero e proprio scrigno di meraviglie preistoriche. Risalente al Paleolitico superiore, questa grotta ha restituito una straordinaria collezione di manufatti, che ci offre uno spiraglio sulla vita degli uomini primitivi. Oltre al singolare reperto anatomico, la grotta ha restituito una ricca collezione di manufatti risalenti collocati tra i 40.000 e i 10.000 anni fa, tra cui sculture di animali, strumenti musicali e alcune delle prime rappresentazioni artistiche conosciute.

La grotta è stata inserita nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2017 a testimonianza del suo inestimabile valore per la comprensione della cultura e della società preistorica.

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Simboli fallici, ritualità e sessualità nella Preistoria

Il ritrovamento tedesco si inserisce in un mosaico più ampio: diverse culture paleolitiche in tutto il mondo hanno prodotto sculture, pitture rupestri e altri manufatti che raffigurano organi genitali maschili e femminili, spesso in contesti rituali o propiziatori.

Ad esempio, la Venere di Willendorf, risalente a circa 25.000 anni fa, presenta forme esagerate di seno, fianchi e natiche, suggerendo un culto della fertilità.

In Francia nella grotta di La Ferrassie, è stata rinvenuta una statuetta in avorio di circa 23.000 anni fa, raffigurante una donna con seni prominenti e un ventre gonfio, interpretata come simbolo di fertilità. In Giappone, la statuetta in terracotta chiamata La Vecchia Signora di Sanai (circa 14.000 anni fa) presenta forme opulente e un seno prominente, associata a divinità femminili, sempre legate alla fertilità. In Siberia, sono state rinvenute sculture in osso raffiguranti uomini con organi genitali maschili in evidenza, forse legate a rituali di virilità e procreazione. In Namibia, pitture rupestri di circa 14.000 anni fa raffigurano figure umane con organi genitali maschili e femminili in primo piano, spesso associate a scene di caccia o riti propiziatori. In Sudafrica infine, sono state rinvenute sculture in pietra raffiguranti falli eretti, interpretate come simboli di potenza e fertilità.

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Il fallo di Hohle Fels e l’evoluzione dell’eros

Questi esempi, provenienti da diverse culture e periodi storici, ci suggeriscono che i simboli fallici nella preistoria non erano semplici rappresentazioni anatomiche, ma piuttosto elementi carichi di significati profondi. Erano spesso associati a concetti di fertilità, procreazione, potenza, virilità e rinnovamento.

Il Fallo di Hohle Fels si inserisce in questo ricco panorama come una una testimonianza tangibile dell’importanza dell’eros e della complessa relazione tra gli esseri umani e la sessualità fin dai tempi più antichi. Anche se non sapremo mai con certezza il suo vero scopo, la sua scoperta ci invita a riflettere sull’evoluzione del nostro rapporto con la sessualità, sulle diverse modalità con cui è stata rappresentata e vissuta nel corso della storia e sul ruolo che ha svolto all’interno delle società umane.

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Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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