Arte e moda sono da sempre considerati campi complementari, due volti della stessa medaglia dediti al mito della bellezza e dell’armonia delle forme e dei colori. Nella storia, in particolare in quella del secolo scorso, sono numerosi gli esempi che dimostrano il risultato del fecondo incontro fra i due. Da Schiaparelli e Dalì a Yves Saint Laurent e Mondrian, molti designer si sono lasciati ispirare da pezzi artistici che spesso si allontanavano dal loro stesso concetto di moda, e proprio per questa ragione hanno saputo creare collezioni memorabili che hanno lasciato il segno nella storia della cultura visuale, abbattendo barriere e superando i confini di una divisione per discipline molto spesso limitante e incapace di cogliere la ricchezza delle sue contaminazioni.
La moda minimalista di YSL
Tra i principali interpreti del connubio arte e haute couture non si può non citare l’enfant prodige della moda francese, lo stilista franco-algerino Yves Saint Laurent (1936-2008) che a soli 21 anni diviene direttore artistico della Maison Dior, dopo la morte del celebre stilista avvenuta nel 1957.
Grande modernizzatore della moda femminile, a lui si devono l’invenzione dello smoking femminile e dell’audace nude look. Laurent fonda la sua maison eponima nel 1961 insieme al compagno, nella vita e nel lavoro, Pierre Bergé. Coltissimo e raffinato estimatore delle nuove tendenze artistiche, YSL è stato tra i primi a proporre sulle passerelle il binomio arte e moda, oggi inflazionato, lanciando nel 1965 la collezione che passerà alla storia come Collezione Mondrian, per via dei sei cocktail-dress in jersey e lana dalla linea dritta sui quali lo stilista riprodusse le griglie monocromatiche dell’astrattista olandese Piet Mondrian. L’abito Mondrian ebbe un immediato e clamoroso successo poiché aveva intercettato alcune delle caratteristiche della moda minimalista degli anni Sessanta, come l’amore per i tagli essenziali e la semplicità nell’uso dei colori primari (color blocking), e venne immediatamente riprodotto e imitato, soprattutto dopo che Vogue Paris gli dedicò una copertina definendolo entusiasticamente «abito del domani».
Gli abiti Mondrian, oggi esposti al museo della storia e del costume londinese Victoria & Albert Museum, non furono l’unica incursione dello stilista nel mondo dell’arte; successivamente Laurent si lasciò ispirare da due celebri tele di Vincent Van Gogh, Girasoli e Iris, fedelmente riprodotti su due giacche cucite a mano e foderate in seta, indossate nel lancio della collezione primavera-estate del 1988 dalla top model Naomi Campbell. Realizzate in collaborazione con la rinomata casa di ricami Lesage per un totale di 600 ore di lavoro, le giacche costituiscono un pezzo iconi…