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«Casa mia» di Ghali è un dialogo riflessivo con un alieno

Uno spettacolo che va oltre la musica. Qual è il vero significato del pezzo presentato da Ghali a Sanremo 2024?

9 minuti di lettura

Moltissimi italiani e non solo nelle ultime sere sono incollati alla televisione per vedere Sanremo 2024. Grazie anche alla popolarità che il Fantasanremo ha acquisito negli ultimi anni, per molti è un appuntamento imperdibile. Ma al netto delle polemiche, dei bonus e dei malus, degli ospiti e dei siparietti, in teoria il Festival di Sanremo riguarda principalmente le canzoni (sappiamo che poi si parla anche di tutt’altro). Scopriremo domani chi vincerà, nel frattempo vogliamo porre l’attenzione su un testo molto profondo che è passato per questa edizione. Si tratta di Casa mia di Ghali, canzone scritta da lui insieme a Davide Petrella e Michelangelo (Michele Zocca, producer anche di Blanco).

«Casa mia» di Ghali al centro di polemiche

Come sempre Sanremo è luogo anche di giusti dibattiti, che si portano non più sul palco, ma con l’avvento del web soprattutto sulle piazze virtuali dei social. Ghali ha portato una canzone dal titolo Casa mia, il cui testo può farci riflettere sicuramente su quanto sta succedendo a Gaza, ma può anche avere un valore generico di riflessione, considerate anche le tempistiche in cui il brano è stato consegnato per partecipare alla kermesse.

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È a questa riflessione che il cantante, nato e cresciuto nella complessa periferia di Milano ma di origini tunisine, ha dichiarato di voler mirare. Rispondendo sui social alle polemiche sulla sua presa di posizione:

Il concetto di “casa” per Ghali

Casa mia non rappresenta sicuramente una novità nel repertorio di Ghali, forse rispetto alle altre contiene una musica più orecchiabile e che si presta al Festival, anche molto all’Eurovision, in cui al ritmo incalzante apparentemente allegro corrisponde un testo particolarmente impegnato.

Nella sua musica Ghali ha sempre portato una certa dualità. Ghali è infatti nato e cresciuto a Milano, a Baggio, quartiere di periferia dove ha trascorso un’adolescenza complicata, ma è di origini tunisine, sensibile alle questioni razziali in Italia. In molti testi ha ironizzato sul fatto che gli si dica di tornare a casa, come nel celebre brano Cara Italia («Quando mi dicono a casa, rispondo sono già qua»).

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L’idea di casa non è quindi un termine e nemmeno un modo di comunicare nuovo per Ghali che, al netto di sound magari non proprio cantautoriali nel senso classico dell’idea, fugge da certi cliché della scena hip hop anche grazie alla sua forte conoscenza musicale.

Il significato di «Casa mia» di Ghali

Della performance di Ghali si è sicuramente parlato per l’outfit appariscente della prima sera e per la presenza di una sorta di alieno, di nome Rich Ciolino. Già questa presenza è però indicativa del messaggio che vuole portare con il brano, il cui testo non va trascurato.

Casa mia è infatti un dialogo con un alieno, ecco perché un alieno sta guardando la performance di Ghali. Proprio in Cara Italia citava un alieno:

Il giornale ne abusa, parla dello straniero come fosse un alieno
Senza passaporto, in cerca di dinero

Qui l’alieno è invece effettivamente tale e non metaforico. Arrivato sulla Terra, spiega Ghali a TV Sorrisi e Canzoni, gli fa notare quanto il nostro pianeta sia bellissimo, e come nonostante le tragedie del mondo, la natura riesca a sistemare sempre tutto. Ghali non ha negato il riferimento a Gaza spiegando che da sempre le sue canzoni sono legate all’attualità.

Il prato è verde, più verde, più verde
Sempre più verde (sempre più verde)
Il cielo è blu, blu, blu
Molto più blu (ancora più blu)
Ma che ci fai qui da queste parti
Quanto resti e quando parti
Ci sarà tempo dai per salutarci
Non mi dire che ho fatto tardi

A partire da questo dialogo, in cui l’alieno sembra simboleggiare anche una sorta di coscienza dell’artista, un alter ego che lo osserva, si innesta la riflessione sulla pace e su un mondo senza barriere e con rispetto per le diversità.

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Il mondo è un Truman Show

Simili considerazioni non sono nuove alle canzoni, da capolavori come la grandissima Imagine fino a, per restare sulla scena rap italiana, Vengo dalla Luna di Caparezza.

Ma anche se il messaggio di fondo porta speranza, la canzone è anche satirica. La società attuale viene, infatti, paragonata al Truman Show nel mondo ci troviamo sperduti senza una casa, e fin dalla prima strofa non mancano le critiche alla società attuali.

Siamo tutti zombie col telefono in mano
Sogni che si perdono in mare
Figli di un deserto lontano
Zitti non ne posso parlare
Ai miei figli cosa dirò
Benvenuti nel Truman show
Non mi chiedere come sto
Vorrei andare via però
La strada non porta a casa
Se la tua casa non sai qual è

Il riferimento al mare, al razzismo e anche al costante controllo della rete sulla nostra vita apre le porte per la conclusione che, come in Vengo dalla Luna, pone l’alieno sullo stesso piano del parlante, perché il cielo è per tutti lo stesso.

Sto già meglio se mi fai vedere
Il mondo come lo vedi tu
Non mi serve un’astronave, lo so
Casa mia,
Casa tua,
Che differenza c’è? Non c’è. 

Ma qual è casa mia?
Ma qual è casa tua?
Ma qual è casa mia?
Dal cielo è uguale, giuro. 

Anche se durante la prima esibizione a Sanremo, forse per l’emozione, Ghali non ha interpretato queste domande incalzanti, durante la seconda performance ha palesato lo scetticismo nella frase «Ma quale casa mia?».

Alzare un “polverone” contro l’indifferenza

Nel bridge del brano, infine, la voce di Ghali contesta l’indifferenza di chi, come ha scritto nel suo post su Instagram, sembra considerare normale le lotte per dei confini, per delle barriere.

Dichiara di non voler “alzare un polverone”, un messaggio importante se pensiamo a un passato del Festival dove diversi artisti si sono ritrovati addirittura a essere intimati di non parlare di politica.

È chiaro che tale riflessione non vuole portare a una soluzione. Come ci ha insegnato Valerio Lundini con la sua La guerra è brutta durante il concertone dell’1° Maggio 2022, non sono la retorica e le canzoni che possono risolvere questi enormi conflitti. Lo stesso artista è sembrato esserne pienamente consapevole.

Tuttavia Ghali fa il cantante, a Sanremo si canta, e se si portano canzoni con testi di grande significato, è già qualcosa.

Sempre stessa storia
Di alzare un polverone non mi va (va)
Ma, come fate a dire che qui è tutto normale
Per tracciare un confine
Con linee immaginarie bombardate un ospedale
Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane
Non c’è mai pace.

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Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura con lode. È docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale e critica musicale. Ha pubblicato un saggio su Oscar Wilde e la raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità».

1 Comment

  1. Bravo Ghali! Finalmente uno che ha coraggio. 30.000 morti, di cui 13.000 bambini!!!! E non se ne può parlare!

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