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Cattelan e Druet

Il caso giudiziario che destabilizza il mondo dell’arte

Nel mondo dell'arte è il caso del momento. La querelle tra Maurizio Cattelan e Daniel Druer sulla paternità di alcune opere, però, ci interroga più nel profondo: qual è il rapporto tra idea, concetto e materialità?

2 minuti di lettura

Un caso giuridico di proprietà intellettuale scuote l’intero mondo dell’arte contemporanea. Daniel Druet, scultore specializzato in effigi in cera e non tanto conosciuto se non in Francia, reclama la paternità di otto sculture eseguite per Maurizio Cattelan, artista star dell’arte contemporanea. È stato infatti Druet che, su commissione e secondo le istruzioni impartite da Cattelan e dai suoi assistenti, ha realizzato alcune opere tra il 1999 ed il 2006, tra cui il famoso Papa colpito da un meteorite (La Nona Ora, 1999) e il piccolo Hitler penitente (Him, 2001). 

La questione riguarda uno dei fondamenti dell’arte contemporanea, e cioè la supremazia del concetto sulla materialità dell’opera. Si può realmente affermare che queste sculture siano opere d’arte, di un determinato valore, grazie alla sola realizzazione plastica? Non si mette qui in dubbio il talento tecnico di Daniel Druet, due volte vincitore del Grand Prix de Rome e autore di innumerevoli effigi di cera esposte al Musée Grévin, ma la questione è assai più complessa. 

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Cosa significa essere autore di un’opera d’arte?

Secondo l’articolo L. 111-1 del codice della proprietà intellettuale francese, l’autore di un’opera intellettuale gode, per il solo fatto di averla creata, di un diritto esclusivo di proprietà immateriale, «che può essere fatto valere nei confronti di chiunque». 

Ma in che momento un soggetto diventa autore di un’opera? Come? In cosa consiste la «creazione»? Potremmo affrontare la questione da un punto di vista prettamente giuridico, ma lasceremo questo compito a chi di dovere. Vogliamo, invece, spostarci su un piano teorico, in attesa di scoprire cosa ne penseranno i giudici francesi. 

Il fatto che l’opera d’arte non sia sempre materialmente eseguita dall’autore della stessa non è affatto una novità per la storia dell’arte. Infatti, non è una questione relativa solamente all’arte contemporanea, ma è sempre esistita: anche i grandi artisti del Rinascimento, come Tintoretto o Da Vinci, o più tardi Rembrandt, per citarne solo alcuni, si circondavano di numerosi collaboratori per realizzare i loro dipinti, senza che ciò mettesse mai in dubbio il ruolo dell’artista. D’altronde, anche Rodin ha sempre affidato l’intaglio dei suoi marmi a scultori, senza che la sua paternità dell’opera sia mai stata messa in discussione.

L’arte contemporanea porta all’estremo questo tipo di dinamica. Il concetto e l’idea che si nascondono dietro la materialità sono spesso la ragione stessa dell’esistenza dell’opera, del suo successo e del suo valore. Quello in oggetto è infatti un caso che scuote il mondo dell’arte anche per la sua grande importanza economica, avendo le opere di Maurizio Cattelan un valore di centinaia di milioni di euro. 

Cattelan vs Druet: le opinioni delle parti

Rappresentati da avvocati, Maurizio Cattelan, Daniel Druet e la Galleria Perrotin, che ha esposto le opere oggetto della controversia, diffondono le loro opinioni riguardo al caso. Da un lato Daniel Druet, forte delle dichiarazioni di Cattelan riguardo alla sua incapacità a disegnare e scolpire, afferma che le opere d’arte non sarebbero mai esistite senza il suo talento e le sue competenze tecniche. Dall’altro lato, gli avvocati di Cattelan dichiarano che il loro cliente, seppur non in grado di realizzare le opere autonomamente, ha sempre dato indicazioni di una «precisazione matematica», rendendo Druet un mero esecutore di ordini dell’artista.

Conclusioni

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Forse per rispondere alla questione dovremmo chiederci cosa sia un’opera d’arte. Nel caso specifico di Cattelan e delle sue sculture, dobbiamo interrogarci quindi sul rapporto tra idea, concetto e materialità. Quale di questi aspetti sarà ritenuto, giuridicamente, più rilevante? 

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Sofia Di Gravio

Classe 99, laureata in filosofia alla Sapienza e volata a Parigi per studiare la filosofia dell’arte. Amante della cultura e della vita... specialmente quando ci regalano una chiacchierata davanti ad un bicchiere di vino!

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