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Le età dell’amore e la crisi del matrimonio

Che sia colpa della rivoluzione antropologica o di Tinder, è evidente che il matrimonio tradizionale sta affrontando una fase di crisi profonda. Quali sono le cause di questo declino?

6 minuti di lettura

Che sia colpa dei tempi moderni, dei nuovi ritmi di vita, di Tinder, della legge sul divorzio o la conseguenza della rivoluzione antropologica, è ormai evidente che il matrimonio tradizionale sta affrontando un periodo di lenta ma inesorabile crisi. 

Nuovi corteggiamenti

L’amore e le relazioni amorose stanno cambiando, e per capirlo basta guardarsi intorno. In un qualsiasi bar in orario di aperitivo, i tavolini si affollano tanto di giovani coppie (formate o future), quanto di quarantenni e cinquantenni neo-divorziati, in piena crisi, che cercano di ricomporre la loro esistenza e di ritrovare l’amore (e con questo, magari, la giovinezza). 

Il modello patriarcale

Fino a qualche generazione fa le cose erano radicalmente diverse: ci si sposava prestissimo, per amore o per interesse, dopo un breve fidanzamento. Nei primissimi anni di matrimonio iniziavano le nascite (e non era infrequente che si trattasse di un matrimonio riparatore) giungendo a una media, calcolata sulle donne nate nel 1950, di 1.91 figli per donna (oggi siamo attorno all’1.24). La donna stava a casa, accudiva i figli, fingeva di non sapere dei tradimenti quando c’erano e rimaneva sempre col marito, che lavorava e manteneva tutti, imponendo le sue decisioni: la classica famiglia patriarcale.

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L’aumento dei divorzi

Oggi, per fortuna, le cose sono completamente diverse. Si hanno maggiori libertà e opportunità e diminuisce la volontà di sopportare le opprimenti condizioni della famiglia patriarcale. I ritmi di vita sono più veloci e la noia più facile, l’istruzione maggiore e la visione del mondo diversa. Nuovi modelli di comportamento, nuove possibilità, nuove difficoltà e aspettative per la vita si sono aperte, e i figli delle famiglie tradizionali non hanno seguito l’esempio della famiglia patriarcale. Si sono sposati, ma in modo diverso, e non è finita bene. A lavorare ci ha pensato anche la moglie e spesso si è aperto molto presto un mutuo. Per i figli, invece, si è aspettato almeno fino ai 25 anni, se non i 30, e la certezza di un lavoro stabile.

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Poi, però, le coppie della generazione X hanno affrontato la crisi loro matrimonio, e le conseguenze le vediamo oggi. La durata media del matrimonio al momento della separazione è oggi di 17 anni, tanto da parlare di crisi del 17mo anno, ma per capire la proporzione di questo fenomeno bisogna guardare ai dati. Nel 1979 ci furono 12mila divorzi e 28mila separazioni, nel 1999 34mila divorzi e 64mila separazioni, nel 2007 50mila divorzi e 81mila separazioni e nel 2019 85mila divorzi e 97mila separazioni. Una crescita esponenziale.

Un mondo nuovo

Ecco dunque che il corteggiamento non è più una cosa da ventenni, ed ecco che quarantenni e cinquantenni, incappati in un matrimonio noioso e nella perdita di qualsiasi orientamento politico, economico e antropologico, assiepano i plateatici in cerca di nuove avventure, di una nuova vita. La crisi del matrimonio non è solo individuale, ma sintomo di una rivoluzione generazionale, antropologica e sociale di chi ha testimoniato il passaggio dalla civiltà contadina alla modernità globalizzata, ritrovandosi quindi all’improvviso privo di tutte le certezze: la famiglia tradizionale, la politica tradizionale, il posto fisso.

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Questa rivoluzione, che sotto molti aspetti può anche essere letta in maniera positiva, sta cambiando radicalmente la nostra cultura e le nostre usanze, e il matrimonio ne è solo un esempio. Le età della vita, e con esse le età dell’amore, non sono più le stesse di cinquant’anni anni fa, e ciò che ci si aspetta da un quarantenne oggi è molto diverso da ciò che ci si aspettava qualche decennio fa.

Il matrimonio oggi

Non è quindi difficile spiegarsi il comportamento dei figli di questi matrimoni che si sposano poco, tardi e spesso contro la tradizione (2 matrimoni su 3 al nord sono ormai civili e la comunione dei beni sta diventando una rarità). Un dato colpisce: nel 1960, quando gli italiani erano 52 milioni, si celebrarono quasi 400mila matrimoni, mentre nel 2019, con 59,55 milioni di italiani, i matrimoni sono stati 184.088, con un’età media di 33 anni per gli uomini e 31 per le donne.

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Lenius

Che sia o no la fine del matrimonio in assoluto non lo possiamo sapere. Quel che è certo è che mai nella storia dei cambiamenti così rapidi avevano costretto gli uomini a una così radicale revisione del proprio modo di parlare, pensare, lavorare, vivere. E il fatto che questo cambiamento sia entrato anche nella vita sentimentale, significa che la rivoluzione è totale e che la nostra è un’epoca di cambiamenti di proporzioni mai viste. Un cambiamento di cui la politica si dovrebbe occupare, seriamente.

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