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grecia antica pornografia

Grecia antica e pornografia

dalla newsletter n. 39 - maggio 2024

18 minuti di lettura

Una breve introduzione

Pornografia. Dal greco antico πόρνη (porne) e γράφειν (grafein), “prostituta” e “scrivere/incidere/disegnare”: scrivere riguardo o disegnare prostitute, lo scritto o il disegno di una prostituta. In qualsiasi modo lo si traduca, l’etimologia di questo termine riporta indietro nel tempo di oltre duemila anni e, al tempo stesso, fa sorgere una domanda: esisteva nel mondo greco qualcosa che si avvicinasse al nostro concetto di pornografia? Per rispondere a questa domanda è prima di tutto necessario operare una distinzione.  

Contenuti sessualmente espliciti si trovavano dovunque nell’Atene antica, soprattutto in contesti di vita pubblica: un esempio è fornito dalle commedie di Aristofane, messe in scena di fronte all’intera cittadinanza e tutt’altro che prive di riferimenti sessuali. Il ricorso a questi contenuti “osceni” (letteralmente ob + skené: fuori dalla scena, un qualcosa che normalmente non deve stare in vista) era del tutto normale in molti contesti dell’antichità – basti pensare al Priapo romano – e vi si faceva ricorso per scherno o per valenza apotropaica, la loro fruizione era pubblica e non erano volti al creare eccitazione e/o appagamento. Sebbene i piani non siano mai totalmente separati e in molte circostanze risulti difficile operare una distinzione, la pornografia ha tuttavia una valenza differente: il suo scopo è proprio ciò a cui l’”osceno” non può arrivare, tramite una fruizione più “personale” e socialmente svincolata. Eppure, all’interno di una società nella quale l’immagine e la parola erano sempre caricate di significati ulteriori, non bisogna mai sottovalutare la valenza sociale di determinate rappresentazioni, pur quanto private esse sembrino.

Le ceramiche attiche

Un modo per immergersi nella vita quotidiana di un cittadino ateniese del VI-V secolo a.C. è costituito dall’osservare la produzione ceramica del periodo, vasta nelle sue forme e rappresentazioni: il suo utilizzo era diffuso a qualsiasi livello e le sue illustrazioni toccavano molti aspetti della quotidianità. Essendo oggetti che passavano di mano in mano e che erano dunque spesso sotto lo sguardo dei cittadini, il significato delle rappresentazioni acquisiva grande rilevanza e forniva un modello di vita, con lo scopo principale di cementificare i rapporti sociali (veri garanti della democrazia) tramite la “persuasione” o la catarsi. Le ceramiche con raffigurazioni erotiche non facevano eccezione e quel che ne rimane può fornirci molte informazioni sulla società che le ha generate.

Scene con rapporto sessuale

Le prime raffigurazioni di scene erot…

Eleonora Bonacina

Sognatrice disillusa, classe 2000. Proveniente dalla leggendaria Domodossola e milanese acquisita, sono attualmente una studentessa magistrale in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità. Appassionata da tutto ciò che ha una storia da raccontare - con un fetish per il curioso e l’assurdo - e nerd occasionale, vivo per i piccoli istanti rubati, facendo finta di giocare a pallavolo tra un libro e l’altro.

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