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Il coraggio di Mazara del Vallo nel Canale di Sicilia

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700 migrants lost at sea of Lybian coastSono ore difficili per tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: il mare nostrum si è trasformato, ancora una volta, nella tomba di molti disperati. Ieri si temevano 700 vittime, oggi, grazie ai racconti dei superstiti, si sa che quella previsione era fin troppo ottimistica: 950 persone erano a bordo del barcone che, verso la mezzanotte tra sabato e domenica, si è ribaltato nel Canale di Sicilia, solo 28 i sopravvissuti. Allo sgomento per questa tragedia, si aggiunge poi anche quello per non essere riusciti a ripescare più di 24 corpi. Gli altri rimarranno per sempre in quelle acque, troppo profonde per tentare un recupero.

Le voci che si esprimono sono moltissime. Soprattutto c’è il risentimento da parte di Italia e Malta, frustrate dall’indifferenza dell’Unione Europea. I premier dei diversi Stati si telefonano, convocano vertici; tutti i politici dicono la loro: chi per esprimere cordoglio, chi per sottolineare che qualcosa di più poteva essere fatto, da più parti. E ci sono anche commenti decisamente meno felici, come quello della indie-rock band Nobraino, che su Facebook scrive che “le acque quest’estate saranno molto pescose”.

peschereccio twenty fourMa, anche se la maggior parte dei pensieri va alle vittime e alle loro famiglie che, forse, neppure sanno, qualche parola va spesa anche per gli uomini di Mazara del Vallo, che si sono precipitati, a 60 miglia dalle coste libiche, per prestare soccorso. Sono sei i pescherecci mazaresi che sono stati richiamati dalla Marina Militare, ai quali si è aggiunto il King Jacob portoghese, che ha recuperato tutti i corpi ritrovati; molti hanno un equipaggio misto, costituito da italiani, tunisini e/o maghrebini. Nessuno ha esitato, appena ricevuto l’ordine, a ritirare le reti da pesca e recarsi a quelle distanze. Il rischio è grande, perché né le acque libiche né quelle internazionali sono sicure per le imbarcazioni in questo momento, senza contare l’impegno economico di questa operazione; e, ultimo ma non meno importante, l’impatto psicologico che devono aver subito questi marinai nel vedere la scena è difficilmente immaginabile. Eppure sono rimasti lì per tutta la notte fino alle 8.30 di domenica mattina, nella speranza di recuperare qualche superstite aggrappatosi a qualcosa o a qualche salma, perché i marinai sanno che è importante non lasciare i corpi al mare.

Comunque la si pensi su questa vicenda, è fondamentale ricordare anche del buono che c’è in Italia. Secondo gli stranieri, spesso noi italiani tendiamo a vedere solo i lati negativi del nostro Paese e anche dei nostri connazionali, dimenticandoci dei moltissimi aspetti positivi che ci rendono uno dei popoli più amati nel mondo. Penso si possa ammettere senza difficoltà che hanno pienamente ragione; ma, d’altra parte, la critica sembra inevitabile, in mezzo a cantieri EXPO non finiti, corruzione dilagante, situazione politica instabile, processi giuridici infiniti. Forse, però, possiamo lasciare da parte tutto questo ed essere orgogliosi di essere italiani. Almeno oggi.

barcone

Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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