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«La Maestà del Duomo di Siena» di Duccio di Buoninsegna

6 minuti di lettura

Duccio di Buoninsegna (1255 – 1318/19) è tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese del Trecento.  Le sue opere mostrano un orientamento verso la cultura bizantina del periodo paleologo, accanto alla conoscenze delle opera di Cimabue, presumibilmente il suo maestro nei primi anni di attività, sottoposta però a un’originale rielaborazione in senso gotico. Possiamo ammirare questo stile così unico nel suo capolavoro per antonomasia: la grande pala della Maestà del Duomo di Siena, iniziata nel 1308 e terminata nel 1311, oggi è conservata al Museo dell’Opera del Duomo.

«La Maestà del Duomo di Siena»: analisi dell’opera 

Il capolavoro dell’artista è per l’altare principale del Duomo di Siena, sostituisce una più antica icona della Vergine cui i sensi si erano votati sessant’anni prima, in procinto di sconfiggere i fiorentini a Montaperti. Completata l’opera è stata trasportata dalla bottega di Duccio al Duomo con una festa popolare con tanto di processione. Al capo di essa troviamo il vescovo con le massime autorità cittadine, mentre il popolo portava le candele accese.

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Si tratta di una grande tavola a due facce, l’anteriore con la Madonna, santi e angeli, ben visibili ai fedeli raccolti nelle navate del duomo. La Madonna è seduta su un ampio e sfarzoso trono, allude a una spazialità tridimensionale secondo le novità di Cimabue e Giotto. Il bambino esprime profonda tenerezza, è retto dalla mani di Maria che sono innaturali, entrambi sono dipinti con una cromai morbida, dando naturalezza all’incarnato. Alla base del trono possiamo notare la preghiera e la firma in versi latini dell’artista alla Madonna: «MATER S(AN)CTA DEI/SIS CAUSA SENIS REQUIEI/SIS DUCIO VITA/TE QUIA PINXIT ITA» (Madre Santa di Dio, sii causa di pace per Siena, sii vita per Duccio, poiché ti ha dipinta così). Il trono è fiancheggiato da figure appiattite sul piano, spiccano i quattro santi inginocchiati patroni della città: Ansano, Savino, Crescienzio e Vittore, all’estremità troviamo Agnese e Caterina.  

la maestà del duomo di siena
Duccio di Boninsegna, Maestà del Duomo di Siena (1308-1311) tavola principale Siena, tempera e oro su tavola,
dal Duomo di Siena, Museo dell’Opera della Metropolitana, Siena

La pala posteriore raccoglie uno dei più ampi cicli dell’arte italiana: Passione di Cristo a piccole figure, destinata alla visione esclusiva del clero. È suddiviso da ventisei formelle lignee arricchite da sfondi dorati. L’occhio si posa immediatamente nella scena centrale: la Crocifissione, è il pannello più grande degli altri. In basso a sinistra viene riportata la prima scena: Entrata a Gerusalemme, Duccio qui ci mostra la sua capacità di riportare le “prospettive” dei fondali architettonici, probabilmente è un omaggio a Siena e al suo duomo. In altre invece non mette in risalto le raffigurazioni spaziali, ma particolari che gli premono come: nell’Ultima cena, dove la spazialità della sala scorciata è negata dalla tavola troppo inclinata rispetto al soffitto. La pala aveva anche una predella dipinta su tutti e due i lati, è la prima conosciuta nell’arte italiana, ma nel 1711 la pala viene trasferita alla chiesa della Carceri di Sant’Ansano, in quell’occasione, soprattutto le parti accessorie come le predelle e le cuspidi sono state disperse. Nel lato della Maestà la predella presenta: alcune storie dell’infanzia di Cristo, la protagonista è Maria. Nel coronamento troviamo alcune Storie della Vergine dopo la morte di Cristo. Nel lato della Storia di Cristo troviamo nella predella alcuni episodi della vita pubblica di Cristo.

la maestà del duomo di siena
Duccio di Boninsegna, Maestà del Duomo di Siena (1308-1311) Il lato delle Storie della Passione, tempera e oro su tavola,
dal Duomo di Siena, Museo dell’Opera della Metropolitana, Siena

A proposito di Duccio di Buoninesgna 

Duccio di Buoninsegna nasce a Siena nel 1255. I primi documenti dell’artista risalgono intono al 1278: una ricevuta di pagamento per una serie di pitture decorative su alcune casse destinate alla conservazione di documenti negli uffici del comune di Siena, oggi andate perdute. Duccio è conosciuto come un uomo indisciplinato, tantoché molti documenti storici che lo riguardano sono multe di svariato genere. Per aver rifiutato di giurare ordini dal Capitano del popolo; per debiti; per non aver participato alla guerra di Maremma e infine per stregoneria. Sono stati ipotizzati dagli storici molti spostamenti da parte dell’artista per evolvere la sua formazione artistica, ma non sono documentati, sono stati ipotizzati in Medio Oriente e a Parigi. Nel 1318 muore, ma un documento firmato dai figli che esprime la loro rinuncia all’eredità paterna lo fa risultare ancora in vita nel 1319

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Elisa Onori

Nata a Foligno nel 1998, studentessa di Storia dell’Arte con il desiderio di far avvicinare più persone possibili in questo mondo così unico. Nei momenti liberi, le piace rifugiarsi nel cinema d’autore e nei grandi classici della letteratura.

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