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Una scena da E' solo la fine del mondo

I 5 migliori film del 2016, secondo noi

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11 minuti di lettura

La fine dell’anno, come sempre, è tempo di bilanci. Il 2016 per il cinema è stato piuttosto significativo; anno di rinascita del cinema italiano, mai così vivo sulla scena internazionale, ha visto affiancarsi ai grandi nomi e alle rivelazioni di casa nostra anche produzioni straniere da tenere in considerazione. Tra riconferme e nuove scoperte ecco i film di quest’anno che, secondo noi, vale la pena portare nel 2017. E sì, cinque posizioni sono poche, perciò gli esclusi illustri non mancano. Ma non preoccupatevi, hanno tutti un posto speciale nelle nostre videoteche.

3) Gabriele Mainetti, “Lo chiamavano Jeeg Robot”

Lo chiamavano Jeeg Robot, Gabriele Mainetti
cinema.everyeye.it

Ha stravinto ai David di Donatello e fatto impazzire il pubblico che aspettava da anni una produzione così in Italia. C’è davvero tanto merito in questo supereroe “cacio e pepe” inventato da Gabriele Mainetti, giovane cineasta che ha finalmente trovato il suo posto dopo tante comparsate qua e là. L’idea è originalissima, con un criminale da strapazzo e appesantito che per scappare agli sbirri cade nel Tevere e si risveglia coi super poteri in corpo. La location poi è la più inaspettata, quella Tor Bella Monaca disastrata di cui nei TG sentiamo parlare solo per i fatti di cronaca nera. È qui che Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) si ritrova a essere Jeeg Robot, assediato dall’invidia di uno Zingaro cattivissimo (Luca Marinelli, il miglior villan degli ultimi anni) e dall’affetto di una giovane problematica che ha subito troppo nella vita (Ilenia Pastorelli, grande rivelazione post Grande Fratello). Tra bancomat sradicati e tram fermati in corsa, saprà far trionfare il bene pur con mille macchie e cento paure. Dei cavalieri puri, del resto, non sappiamo più che farcene.

2) Gianfranco Rosi, “Fuocoammare”

4) Matteo Rovere, “Veloce come il vento”

Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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