La Valle d’Aosta è poco regione di transizione. Ama i grandi freddi, che fanno scivolare o arrampicare sulla neve fresca e compatta, e i cieli limpidi che fanno da sfondo a soli luminosi, quando d’estate e d’inverno si può vivere la montagna.
Eppure le emozioni forti possono stare anche nel mezzo, in quelle mezze stagioni che i vecchi vociferano siano scomparse. D’autunno la Valle d’Aosta arrossisce in diverse sfumature, e le sue montagne si colorano di tante gradazioni di colori caldi. L’atmosfera è ombrosa se il cielo si fodera di nubi, ma ugualmente suggestiva tra gli umidi tetti di ardesia.
Feste, terme e meeting ad alta quota
A novembre sulle strade della Valle d’Aosta corrono poche auto, e quelle dei giovani si assiepano tutte tra Courmayeur e Pré-Saint-Didier, risucchiate dai fumi delle terme e dell’alcol. A sconfinare ancora più a nord si incontra poi lo Skyway, che da Entrèves porta ad un punto in alto, con vista privilegiata sul Monte Bianco.
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All’estremità massima raggiunta dalla funivia, quella italiana si congiunge a quella francese, e ad alta quota si organizzano meeting, conferenze, cinema ed attività ludiche per amanti delle emozioni forti e delle temperature basse.
Macinare chilometri sotto le suole
Per chi sceglie di non avventurarsi oltre i 2000 ci sono comunque diversi sentieri che lasciano alla partenza i deboli di spirito. Da Pré-Saint-Didier si stacca il sentiero dell’Orrido, che arrampica verso una piattaforma a strapiombo sulla vallata, che guarda in faccia tutta la catena di montagne.
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La zona è ideale anche per un parco avventura che si nasconde tra gli alberi, e propone itinerari più e meno arditi, e più e meno in quota. Diversi sentieri si intrecciano sulle montagne tutto intorno, alcuni segnati sulle mappe, e poco sulle strade effettive. Si rischia di partire a passeggiare e finire ad arrampicare, è tutto compreso in un pacchetto senza barriere mentali.
Paesini di vecchi e di bambini
Sono accoccolati tra le montagne i paesini che in Valle d’Aosta si succedono l’uno dopo l’altro verso il confine. Nei più piccoli si trovano trattorie economiche che servono vini forti e carni e polente. La parlata è orientata da una cadenza strana, che talvolta si ibrida con il francese.
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Il centro di Morgex si sviluppa in lungo, e in fila sono appoggiate molte curatissime locande in legno. Nell’aria fredda della sera si sente il respiro lento dei vecchi che passeggiano, e quello veloce dei giovani adolescenti che si muovono in branco.
Ibrido massiccio tra montagna e città
A Courmayeur si sfoggiano pellicce, rossetti, borse e colori, tra negozi, alimentari e bar. Macchine importanti giocano a rubarsi i parcheggi sulla via per il centro, per fini diversi ma a tutte le ore.
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L’atmosfera è vivace, e colora di luci un tempo sospeso tra le montagne. Alcuni alberghi in novembre sono chiusi, e la bassa stagione stempera quella che in altri periodi è una confusione forse eccessiva.
Aosta è più a sud, e guarda alle montagne, ma più da lontano. Ricca di monumenti religiosi e antichi resti, introduce placidamente al clima valdostano, un baluardo ancora tra le montagne e la città.
Per l’arte la cornice della natura
Lungo la strada che dal Piemonte guida alla Regione a Statuto Autonomo si trovano diversi castelli e fortezze, molti a memoria dell’antico dominio sabaudo. Tra tutti spicca per imponenza il massiccio Forte di Bard, un complesso fortificato fatto riedificare dai Savoia nel XIX secolo e oggi polo espositivo che ospiterà tra dicembre e gennaio il World Press Photo, in collaborazione con l’omonimo museo di Amsterdam.
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