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Le 10 migliori mostre del 2023, secondo noi

Il 2023 è stato un anno ricco di mostre ed esposizioni in tutta Italia, da nord a sud. Ma quali sono state le migliori? Ecco la nostra consueta selezione.

21 minuti di lettura

La fine di ogni anno coincide con un tempo di bilanci, imprescindibile nel settore culturale che tanta importanza riveste nell’economia del Paese. Il 2023 è stato un anno particolarmente ricco di iniziative ed eventi in ambito museale, premiati da un considerevole successo di pubblico. Dalle mostre monografiche alle collettive, dall’arte classica alla contemporaneità, senza tralasciare eventi realizzati in concomitanza con ricorrenze particolarmente significative, ripercorriamo quelle che la Redazione Arte di Frammenti Rivista, come di consueto, segnala tra le migliori mostre del 2023, che hanno animato la vita culturale della nostra penisola.

Escher a Palazzo Bonaparte, Roma

M. C. Escher, Mano con sfera riflettente (Autoritratto allo specchio), 1935, litografia, 31.8 cm × 21.3 cm. Collezione Maurits, Bolzano; © 2023 The M.C. Escher Company. All rights reserved – www.mcescher.com

Tra le migliori mostre del 2023, la retrospettiva dedicata al pittore e grafico olandese Maurits Cornelis Escher, visitabile a Palazzo Bonaparte di Roma dal 31 ottobre 2023 al 1 aprile 2024, si presenta come la più completa e dettagliata a lui dedicata. L’esposizione, curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher– e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company, presenta un corpus espositivo di oltre 300 opere, dove i capolavori più amati dal pubblico, come Autoritratto con Sfera e Metamorfosi II, sono affiancati a opere inedite esposte per la prima volta nella suggestiva cornice di Palazzo Bonaparte. L’esposizione, oltre a ricostruire le straordinarie invenzioni di un artista capace di unire matematica e arte nella creazione di mondi immaginifici che sfidano le leggi della gravità, indaga il rapporto strettissimo tra il grafico olandese e l’Italia, a partire dai primi viaggi nel 1921 fino al trasferimento a Roma, dove ha soggiornato stabilmente dal 1923 al 1935.

Stanze infinite e lucciole: Yayoi Kusama a Bergamo

Yayoi Kusama, Fireflies on the Water a New York

Inaugurata il 17 novembre 2023 presso il Palazzo della Ragione di Bergamo, la nuova Infinity Room dell’artista giapponese Yayoi Kusama è tra le mostre più significative del 2023. Fireflies on the water arriva direttamente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York e consiste in una stanza buia dalle pareti ricoperte di specchi; centocinquanta piccole luci dai toni caldi sono appese al soffitto e si riflettono sulle superfici specchiate. Infine, la riproduzione di un pontile, perché lo spettatore vi cammini sopra e si affacci sull’illusione di un lago, forse uno stagno, illuminato da centinaia di lucciole. L’esperienza totalmente immersiva è pensata per essere affrontata in totale solitudine; perciò l’accesso è consentito ad una persona alla volta. I suoni sono ovattati.

Fireflies on the Water è sicuramente la più adatta a sottolineare le tematiche che accompagnano Bergamo Brescia nell’anno della Capitale Italiana della Cultura, che affrontano i temi della resilienza e della cura, per aprirsi infine a una nuova dimensione piena di luce, energia e a sconfinate possibilità

Stefano Raimondi

Così commenta l’esposizione il curatore Stefano Raimondi, riferendosi alla nomina di Capitale Italiana della Cultura 2023 per Bergamo e Brescia. Uno spunto di riflessione sulla speranza, un momento meditativo per il visitatore in cui riscoprire una nuova energia (e così riscoprirsi); tuttavia, anche se tutto questo non fosse nelle intenzioni di Kusama, nulla mancherebbe a questa installazione, che trasporta il visitatore in una dimensione di pura Bellezza. E, talvolta, la Bellezza basta.

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Un viaggio ultradimensionale: Icônes alla Biennale di Venezia

Lygia Pape, Ttéia alla 53a Biennale di Venezia

Tra le mostre del 2023, dal 2 aprile al 26 novembre negli spazi espositivi di punta della dogana è stato possibile visitare Icônes, imponente collettiva in collaborazione con la Pinault Collection, che ha visto esposte più di ottanta opere di trenta artisti ed artiste nati tra il 1888 e il 1981. Un viaggio di quasi un secolo di esplorazione del concetto di “icona”, inteso sia come di immagine in senso generico sia, più nello specifico, di icona religiosa: questo concetto, traslato in una dimensione più spirituale che strettamente legata alla Chiesa, è alla base del concept di Icônes, che diventa una via crucis laica alla scoperta della capacità dell’Immagine di rappresentare una presenza.

Il legame di questa mostra con Venezia è molto forte, data l’influenza bizantina sulla città (che ben si collega al concetto e all’immaginario dell’icona ortodossa). Molte opere sono infatti estremamente connesse con il territorio, come nel caso dell’artista danese di origine vietnamita Danh Vo o James Lee Byars. Tra gli altri artisti ed artiste in mostra Lucio Fontana, Lygia Pape (già a Venezia per l’edizione del 2009 della Biennale d’Arte), Joseph Kosuth. L’allestimento, a cura di Emma Lavigne (direttrice della Pinault Collection) e Bruno Racine (direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana), ha fatto sì che le opere site-specific generassero veri e propri spazi a sé, permettendo ai visitatori un approccio assolutamente spirituale alla visita. La multidisciplinarietà è certamente un aspetto significativo da menzionare: in mostra i lavori degli artisti spaziano dalla pittura, l’installazione, il video e persino la performance.

Picasso al MANN di Napoli

P. Picasso, Donna seduta, 1920, olio su tela, 92 cm x 65 cm, Musée national Picasso-Paris ©RMN- Grand Palais / ph Mathieu Rabeau

In occasione del cinquantesimo anniversario della morte del grande maestro spagnolo, Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha ospitato la mostra Picasso e l’antico (5 aprile 2023-2 ottobre 2023), a cura di Clemente Marconi, con l’obiettivo di indagare l’influenza della Collezione Farnese – fiore all’occhiello del MANN – sull’artista, che ebbe modo di visitare il museo in occasione del celebre viaggio in Italia avvenuto nel 1917. Tra le migliori mostre del 2023, l’esposizione allestita nelle sale della Collezione Farnese si è focalizzata sul confronto tra 43 opere non cubiste, realizzate negli anni tra il 1917 e il 1925, e le sculture Farnese affiancate da una collezione di opere provenienti da Ercolano e Pompei, rimarcando la forte impronta classicheggiante assunta dall’arte di Picasso a seguito del viaggio italiano, che ha segnato una importante svolta nell’evoluzione del suo linguaggio. La mostra, nella quale sono confluite opere provenienti da istituzioni prestigiose, come il British Museum di Londra e il Musée National Picasso-Paris, si è imposta, tra le mostre più importanti del 2023, ottenendo un grande successo di pubblico, ben oltre 300.000 visitatori.

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 Michelangelo Pistoletto al Chiostro del Bramante di Roma

M. Pistoletto, Terzo Paradiso, 2003-2013, installazione con piatti da batteria e coperchi. © 2023 Palazzo Bonaparte, Roma.

Tra le mostre monografiche del 2023 non si può non citare INFINITY. Michelangelo Pistoletto. L’arte contemporanea senza limiti (18 marzo 2023-15 ottobre 2023), la retrospettiva dedicata al grande maestro, artista simbolo dell’Arte Povera, allestita negli spazi rinascimentali del Chiostro del Bramante a Roma.

A cura di Danilo Eccher, la mostra ha ripercorso l’intero iter artistico di Pistoletto (Biella, 1933), dagli anni Sessanta fino al 2023, in concomitanza del suo novantesimo compleanno. Tra le opere esposte, alcuni dei lavori più rappresentativi, dalla celebrata Venere degli Stracci ai Quadri specchianti, per arrivare alle opere più recenti, come Love Difference-Neon.

Tra installazioni site-specific e opere che coinvolgono direttamente lo spettatore, come Terzo Paradiso, il Chiostro si conferma come una delle istituzioni più all’avanguardia nella promozione dell’arte contemporanea.

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Reaching for the Stars: l’arte contemporanea a Palazzo Strozzi di Firenze

La sala Made in Italy della mostra Reaching for the Stars a Palazzo Strozzi, Firenze, Collezione Sandretto Re Rebaudengo ©photoElaBialkowskaOKNOstudio.

Tra le migliori mostre del 2023, dal 4 marzo al 18 giugno l’esposizione Reaching for the Stars. Da Maurizio Cattelan a Lynette Yadom-Boayke, allestita negli spazi di Palazzo Strozzi a Firenze, ha raccontato l’evoluzione dell’arte contemporanea attraverso settanta opere di artisti di fama internazionale che hanno conquistato un posto di rilievo nel firmamento della contemporaneità. In collaborazione con una delle più rinomate raccolte d’arte contemporanea, la Collezione Sandretto Re Rebaudengo, la mostra di Palazzo Strozzi, curata da Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, si è distinta per la volontà di dare rilievo alle opere di artisti star, tra cui Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Anish Kapoor e Cindy Sherman, che tra innovazione e provocazione hanno affrontato temi di scottante attualità, come le questioni razziali e di genere, il rapporto con il corpo, il rapporto tra individuo e società.

«Il meglio maestro d’Italia». Omaggio al Perugino in Umbria

Pietro Perugino, Sposalizio della Vergine, 1501-1504, Olio su tavola, 234 × 186 cm, Musée des Beaux-Arts, Caen (Francia). Pubblico dominio. www.wikipedia.org

La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, in occasione del quinto centenario della morte di Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come Il Perugino, ha voluto omaggiarlo con la grande mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo (4 marzo-11 giugno 2023), a cura di Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, e Veruska Picchiarelli, conservatrice del museo.

L’iter espositivo, comprendente circa 70 dipinti, è stato circoscritto alle opere antecedenti al 1504, anno che ha segnato l’apice della fama del Perugino con capolavori quali il celeberrimo Sposalizio della Vergine (1500-1504) e Lotta tra Amore e Castità (1503), con l’obiettivo di restituire la giusta prospettiva sul grande pittore, la cui fama, malgrado fosse considerato dai suoi contemporanei l’artista più rappresentativo del secondo quattrocento, venne in seguito offuscata dal suo allievo Raffaello, astro nascente del primo Cinquecento.

NOw/here: Tosatti incontra la pittura a Milano

NOw/here, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy dell’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

L’anno si è aperto a Milano con l’inaugurazione, il 23 febbraio 2023, della prima personale interamente dedicata alla pittura di Gian Maria Tosatti. L’artista, che è stato recentemente protagonista unico del padiglione Italia per la Biennale di Venezia 2022, è conosciuto principalmente per la costruzione di monumentali installazioni. A quarantatré anni decide di sperimentare con una tecnica tanto nuova per lui quanto “classica” nella storia dell’arte: la pittura. Presso Pirelli HangarBicocca, a cura del direttore artistico Vicente Todolì, Tosatti ha presentato due corpus di opere che installa su pannelli sospesi. NOw/here (che gioca sulla doppia interpretazione di “ovunque” e “in nessun luogo”) è una serie di dieci tele in maxi-formato realizzate in graffite e carboncino bianco. L’ispirazione è ad un’opera installativa di Tosatti realizzata sul lago di Odessa nel 2020, che vedeva una fila di lampioni posizionata proprio all’interno del bacino idrico. L’atmosfera delle tele è desolante e cupa. Le uniche luci sono i piccoli punti bianchi in carboncino, forse una speranza (opera legata anche agli avvenimenti bellici in Ucraina). Il secondo corpus, Ritratti, si compone di quattro pannelli di ferro sulle cui superfici oro e ruggine «si sbranano a vicenda». Concept fortemente intimo, Tosatti paragona le esperienze traumatiche vissute all’estero (in particolare quelle in Ucraina e in Turchia) alla ruggine che, come una muffa, divora lo splendore puro dell’oro. Singolare tra le mostre del 2023, quest’ultima è dedicata alle nuove generazioni che sono costrette a «pensarsi alla fine della Storia», come alle vecchie, che hanno il compito di lasciare qualcosa ai posteri. Il titolo della mostra nasconde una domanda che Tosatti vuole sussurrare all’orecchio dello spettatore: Dove ti senti?

Vita e Morte con Bill Viola a Palazzo Reale di Milano

Bill Viola, Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under a Waterfall), 2005. Installazione video/audio, proiezione video a colori in alta definizione; quattro canali audio con subwoofer (4.1), 5,8×3,25 m, 10:16 minuti. Performer: John Hay. Fotografia: Kira Perov © Bill Viola Studio

Sempre nello scorso mese di febbraio, Milano ha offerto un bouquet culturale estremamente vasto e di grandi nomi: il 24 febbraio presso Palazzo Reale ha inaugurato BILL VIOLA, retrospettiva dell’omonimo videoartist a cura del Bill Viola Studio in collaborazione con Artemasia, in mostra fino al 25 giugno.

L’esposizione ha presentato quindici videoinstallazioni che ripercorrono la carriera artistica di Bill Viola. Fil rouge sembra essere il concetto di vita e morte, con immagini che mostrano l’invecchiamento, la caducità umana e lo scorrere del tempo. La moglie dell’artista, nonché direttrice esecutiva del Bill Viola Studio, Kia Perov ha presentato la mostra con queste parole: «Un mondo digitale, visivo e non materiale, ci ricorda la nostra fragilità e impermanenza». I video in slow-motion spesso ricordano dei tableaux vivants, richiedono allo spettatore pazienza e un atteggiamento meditativo affinché ne possa osservare i movimenti.

Bill Viola ha tante fonti di ispirazione differenti: episodi biblici (The Quintet of the Silent, ispirato ad un episodio del Vangelo), opere d’arte del XIV secolo (Catherine’s Room, reinterpretazione di un’opera di Andrea di Bartolo raffigurante Caterina da Siena), capolavori cinquecenteschi (The Visit, che riproduce La visitazione di Carmignano del Pontorno).

L’esposizione termina con un viaggio oltre la conclusione del ciclo vitale: Fire Woman e Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain under a Waterfall) raccontano una morte ed un’interpretazione di risurrezione. Il fuoco della morte si trasforma in una pioggia che fa innalzare il corpo di Tristano verso il cielo. Nulla si interrompe, il ciclo dell’esistenza incessantemente continua assumendo nuove forme.

L’indagine sul trauma della guerra presso il Castello di Rivoli

Tavola 15 da Los Desastres de la Guerra – Francisco Goya

Artisti in guerra è il titolo dell’imponente collettiva a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, esposta dal 15 marzo al 19 novembre 2023. Più di 140 opere di trentanove artiste ed artisti (non solo contemporanei) che hanno indagato nei propri progetti sul disagio, l’orrore e la tragedia dei conflitti bellici che hanno vissuto o vivono tuttora sulla propria pelle.

Viene portato avanti il concetto di soggettività post-traumatica, a partire dai Desastres de la Guerra di Francisco Josè de Goya y Lucientes, che tra il 1810 e il 1815 realizza 80 incisioni che hanno come soggetto episodi legati all’invasione napoleonica del territorio spagnolo. Sono presenti in mostra opere di Salvador Dalì, Pablo Picasso, Alberto Burri; moltissimi sono però anche gli artisti ed artiste di generazioni più recenti, che indagano su conflitti bellici estremamente vicini a noi, se non ancora in corso. È il caso di Nikita Kadan, che con l’installazione The Shelter II propone il proprio sguardo sul conflitto ormai in corso dal febbraio 2022 fra Ucraina e Russia. Le immagini di cui si serve l’artista sono reperite direttamente da Internet, quasi a mostrare lo sguardo non di una vittima in prima persona, bensì quello di chi, lontano e al sicuro, ne osserva il tragico svolgimento con i contenuti diffusi in rete.

I conflitti in Medio Oriente sono rappresentati da un video in stop-motion realizzato dall’artista americano di origine irachena Michael Rakowitz, che rende protagonista della propria opera un giocattolo con le sembianze di un militare statunitense. Le parole della direttrice Carolyn Christov-Bakargiev spiegano al meglio il concept dietro a questo progetto:

Questa mostra vuole aprire una discussione sulla guerra che va oltre la sua spiegazione politica ed economica come lotta di potere, oltre la sua condanna assoluta, oltre la sua giustificazione come un male minore e necessario. Invece, questa mostra cerca di guardare alla guerra da una prospettiva culturale che includa arte e filosofia

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Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

Clarissa Virgilio

Studentessa di lingue e letterature europee ed extraeuropee a Milano, classe 2001. Durante gli anni della triennale di lingue, ho seguito un corso presso la NABA sulle pratiche curatoriali. Amo guardare ciò che ha qualcosa da dire, in qualsiasi lingua e forma.

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