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Non avrete il mio odio

«Non avrete il mio odio»: il Bataclan, tre anni dopo

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Tre anni dopo la tragedia 

13 novembre 2018, anno 3 d.B., ovvero dopo il Bataclan. Sembra incredibile, tanto ci pare di avere ancora davanti agli occhi certe immagini, ma sono già passati tre anni dalla serie di attentati che, nella notte fra il 13 e il 14 novembre 2015, hanno insanguinato Parigi. Tre anni da quello che è tristemente noto come l’«11 settembre» della Francia, se non di tutta l’Europa.

In questo anniversario, vogliamo ricordare quel trionfo dell’odio che sono stati gli attentati di Parigi con un libro che l’odio lo respinge proprio, in toto, fin dal titolo. Stiamo parlando di Non avrete il mio odio (acquista) del giornalista francese Antoine Leiris.

Non avrete il mio odio
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La lettera che ha commosso il Web

Antoine Leiris è un giornalista diventato scrittore suo malgrado; suo malgrado perché lo spunto per il suo primo romanzo, un’opera di non-fiction, è stata l’uccisione al Bataclan di sua moglie Hélène.

Dall’oggi al domani, la vita di Antoine (così come quella di tante e tanti) è cambiata. Lui si è ritrovato d’un tratto solo, senza più l’amore della sua vita, a dover crescere e nonostante tutto rassicurare il figlio Melvil, di un anno e mezzo.

Non avrete il mio odio
ilmattino.it

Il mondo ha conosciuto Antoine Leiris e la sua storia grazie a Facebook. A pochi giorni dalla morte di Hélène, infatti, Antoine ha pubblicato sul suo profilo una lettera indirizzata proprio ai terroristi che gli avevano portato via la moglie.

Il post, di cui riportiamo sotto la traduzione in italiano, è stato condiviso migliaia e migliaia di volte. Il mondo è rimasto colpito dal dolore composto di quest’uomo, sorprendentemente già in grado, a così pochi giorni dall’attentato, di rivolgersi ai terroristi e dire loro che non avrebbero mai e poi mai avuto il suo odio.

Non avrete il mio odio

Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se quel Dio per il quale ammazzate ciecamente ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.

Allora non vi farò il regalo di odiarvi. E dire che ce l’avete messa tutta, ma rispondere all’odio con la rabbia vorrebbe dire cedere alla stessa ignoranza che vi ha resi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con occhi sospettosi, che sacrifichi la mia libertà in nome della sicurezza. Avete perso. Non cambio di una virgola.

L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni di attesa. Era bella come quando è uscita di casa quel venerdì sera, bella come quando mi sono innamorato perdutamente di lei più di 12 anni fa. Certo che sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma durerà poco. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in quel paradiso delle anime libere cui non avrete mai accesso.

Siamo solo in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti della terra. Non ho d’altronde più tempo da dedicarvi, devo raggiungere Melvil che si risveglia dal riposino. Ha solo 17 mesi, farà merenda come tutti i giorni, poi giocheremo come tutti i giorni, e per tutta la vita questo bambino vi farà l’affronto di essere felice e libero. Perché no, non avrete nemmeno il suo, di odio.

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Da una lettera a un libro

Dopo avere scritto di getto quella lettera di ritorno dall’obitorio, Antoine Leiris si è dedicato alla sua quotidianità, o meglio, alla sua nuova quotidianità.

Ha imparato a convivere con l’assenza di Hélène. E a un certo punto ha deciso di raccontare al mondo quei primi, strazianti giorni. A causa del suo post su Facebook, tutti hanno considerato Leiris un eroe. È così che lui ha scelto di mostrare, attraverso il suo romanzo, anche i momenti in cui ha vacillato, in cui ha temuto di non essere in grado di andare avanti.

Non avrete il mio odio
Antoine Leiris con Melvil – Fonte: belfasttelegraph.co.uk

Perché Antoine Leiris è un eroe dei nostri tempi? Non perché non ha mai pianto o vacillato. Anzi. È un eroe perché non ha mai smesso di rispondere all’odio dei terroristi con il suo amore incrollabile per Melvil e per Hélène. Questa è forse l’immagine migliore per ricordare, tre anni dopo, la tragedia del Bataclan.

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

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