Il corpo delle donne: altro giro altra corsa su uno degli argomenti più scottanti del nostro presente. Ci ritroviamo a parlare del corpo delle donne sempre al centro di tante polemiche e discorsi. Questa volta è una bambola incinta, MamyMia che nella sua confezione di plastica fa bella mostra del suo pancione. Ma non è questo il punto: dopotutto il fatto che una bimba possa sognare di diventare madre un giorno è del tutto legittimo. Non si tratta più di un obbligo, è chiaro, ma può essere un desiderio e non c’è nulla di male. Infatti, il focus del discorso riguarda l’antipatica scritta sulla quella scatola: «MamyMia partorisce e torna subito in forma».
Scripta manent: nella mente e sul corpo
E come dicevano i latini, scripta manent. Tutto ciò che è scritto si imprime a fuoco nella mente e nella memoria delle persone e una bambina che si ritrova fra le mani questa bambola e legge quella scritta, non viene a contatto solo con un’enorme menzogna, ma anche con una tipologia di alienazione, la più pericolosa e subdola, quella linguistica, che col tempo si trasforma in alienazione fisica e mentale impressa a fuoco su un soggetto. Certo, perché non solo da grande quella bimba penserà che il suo corpo tornerà come prima dopo una gravidanza (che può anche accadere), ma lo pretenderà. Se questo non avverrà, il rischio di entrare in un circolo vizioso di depressione e ricerca a tutti i costi di una perfezione che non esiste è reale. Perché, diciamoci la verità: le cose non sono mai come erano prima.
Il corpo umano non ha i conservanti
Perché mai il corpo delle donne prima della gravidanza dovrebbe essere migliore, più bello di quello dopo una gravidanza? Perché magro è bello? Siamo nel 2020 e ancora parliamo di questo.
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Una madre che mette al mondo un figlio o una figlia dovrebbe essere un soggetto da “venerare”, non da schernire o da pressare con inutili fandonie riguardo canoni estetici impossibili e decisi da altri. Anche se ha le smagliature, anche se mette su qualche chilo mentre il seno va irrimediabilmente giù.
Le menzogne a cui ancora crediamo
Purtroppo, ce ne hanno raccontate tante di menzogne, tipo quelle riguardo il sogno d’amore, come racconta Lea Melandri in un testo meraviglioso che si intitola proprio Come nasce il sogno d’amore (Bollati Boringhieri, 2002). Sulla relazione d’amore sono state dette una marea indescrivibile di falsità, come anche sul matrimonio e su quella sconcertante frase delle fiabe “e vissero tutti felici e contenti”. L’amore e la relazione hanno un prezzo altissimo, vanno costruite giorno dopo giorno, con enormi sacrifici, compromessi, rinunce, dolori.
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Certo, amarsi è bello, ma c’è una fatica immane dietro che viene taciuta, perché ci piace dare sempre un’immagine più patinata e plastificata della realtà. Esattamente come riguardo la gravidanza. E infatti quella bambola è una bambola di plastica e si trova in un involucro di plastica simbolo di una vita altrettanto di plastica.
Nella vita reale, il corpo delle donne che rimangono incinte spesso non torna com’era “prima”. I corpi delle ragazzine lasciamoli alle adolescenti. Perché qui si parla di un corpo che ha subito un fortissimo cambiamento, che si è ritrovato in poco tempo ad accoglierne un altro, che ha avuto nausee, che si è sentito a disagio, che si è espanso per permettere ad un’altra esistenza di farsi spazio tra le anche che si allargano e la vagina che si dilata.
Si parla di notti insonni, di smagliature profonde come solchi che non verranno mai via, nonostante i litri di olio biologico che promettono miracoli. Il problema risulta sempre l’attaccamento ad una cultura maschio- centrica, in questo caso ad un’immagine che abbiamo di noi che non sarà eterna, ma cederà al trascorrere del tempo e alle esperienze della vita. Saremo sempre noi, ma in continua mutazione.
Le scelte assurde delle donne
E mentre assistiamo a donne che si riempiono il viso di botox già a trent’anni per ovviare alle prime rughe, o donne che si disperano e accettano che venga fatto loro di tutto nel contesto della relazione amorosa, perché hanno paura di rimanere “sole”, ci sono anche donne gravide che non mangiano, privando il feto di sostanze necessarie alla sua crescita. E tutto questo perché ci hanno riempito la testa fin da bambine con una serie infinita di bugie, gonfiate di aria velenosa.
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Ci votiamo all’infelicità fin da piccole, seguendo canoni e menzogne che non rispettano la realtà delle cose e temiamo sempre che le cose cambino, che gli uomini non ci accettino più, che la società ci schieri contro contratti che terminano perché si è deciso di avere un figlio o perché non ci si piega alle avances del capo fatte passare per complimenti, ovviamente non desiderati.
È il mio corpo che cambia
Ricordiamo, secondo un’inchiesta portata avanti da Il Messaggero, esposta in un articolo del 4 febbraio 2020, che in Italia ogni anno si effettuano 80 mila aborti e che la fascia d’età più colpita è quella delle donne dai 20 ai 35 anni. Questo dimostra che sono proprio le donne giovani, al massimo della loro attività universitaria e lavorativa, che decidono di interrompere la gravidanza per motivi che sono sostanzialmente estetici e di impiego.
Paura di imbruttirsi, paura di rimanere senza lavoro: sono queste le motivazioni principali per non accettare una vita in arrivo. Insomma, ancora un mondo non fatto a misura di donna. Eppure le cose che cambiano sono belle e il fatto che anche il nostro corpo, come una materia su cui scrivere e plasmare la nostra vita, registri questi cambiamenti, è uno degli aspetti più incredibili dell’esistenza. E se non ci arrendiamo a questo, ci condanneremo per sempre ad un’infelicità che non meritiamo.
Immagine di copertina: Photo by Mateus Campos Felipe on Unsplash
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