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«Il Colibrì» di Sandro Veronesi trionfa al Premio Strega 2020

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Nella serata di giovedì 2 luglio si è svolta la finale del Premio Strega 2020, appuntamento che ogni bibliofilo italiano aspetta annualmente con ansia. Ad aggiudicarsi la 74esima edizione del prestigioso premio letterario è stato Sandro Veronesi con Il Colibrì (La Nave di Teseo), con un totale di 200 voti.

Leggi la nostra recensione:
«Il Colibrì» di Sandro Veronesi, un romanzo sul senso della vita

Come di consueto, la seconda votazione e conseguente premiazione si è svolta nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, stavolta eccezionalmente senza pubblico causa Coronavirus, ed è stata trasmessa su Rai 3 con la conduzione di Giorgio Zanchini e la partecipazione come ospite speciale di Corrado Augias.

Da ricordare che ci sono stati 605 voti su 660 aventi diritto, scrutinati dalla giuria presieduta da Antonio Scurati, vincitore l’anno scorso del Premio Strega con M. Il figlio del secolo (Bompiani).

In ordine di voti presi alla seconda e ultima votazione di stasera, gli altri finalisti del Premio Strega 2020 sono stati:

  • Gianrico Carofiglio, La misura del tempo (Einaudi), Voti: 132 – Recensione
  • Valeria Parrella, Almarina (Einaudi), Voti: 86 – Recensione
  • Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli), Voti: 70 – Recensione
  • Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori), Voti: 67 – Recensione
  • Jonathan Bazzi, Febbre (Fandango), Voti: 50 – Recensione

Al Premio Strega 2020 hanno preso parte alla dozzina semifinalista anche:

  • Marta Barone, Città sommersa (Bompiani) – Recensione
  • Silvia Ballestra, La nuova stagione (Bompiani) – Recensione
  • Alessio Forgione, Giovanissimi (NN Editore) – Recensione
  • Giuseppe Lupo, Breve storia del mio silenzio (Marsilio) – Recensione
  • Remo Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (Minimum Fax) – Recensione
  • Gian Mario Villalta, L’apprendista (Sem) – Recensione

Da tener presente, inoltre, la vittoria del Premio Strega Giovani di quest’anno da parte di Daniele Mencarelli con Tutto chiede salvezza (Mondadori) e la vittoria della prima edizione del Premio Teen a Claudia Teti del Liceo Statale Terenzio Mamiani di Roma per la miglior recensione.

Durante la serata della vigilia, la quarta edizione dello Strega Off – il voto del pubblico e di una selezione di riviste che come ogni anno dal 2017 incide sull’elezione del vincitore dello Strega – è andata a Valeria Parrella e al suo Almarina (Einaudi). A differenza degli anni passati, l’assegnazione del voto dello Strega Off quest’anno si è svolta all’Arena Adriano Studios di Roma, invece che al Giardino di MONK, sempre nella capitale.

Sandro Veronesi: qualche informazione e curiosità

Nato a Firenze, classe 1959, Sandro Veronesi vince per la seconda volta in carriera il Premio Strega con Il Colibrì, edito La Nave di Teseo, romanzo che l’anno scorso si è aggiudicato il premio della classifica di qualità de La Lettura, inserto culturale de Il Corriere della Sera. Un romanzo che in questi ultimi mesi ha avuto grande successo di critica e di vendite, anche per la sua storia di generazioni di italiani alla presa con l’incertezza del presente e la speranza verso il futuro.

Dopo la vittoria con Caos calmo nel 2006 (Bompiani), Veronesi diventa il secondo scrittore nella storia a vincere il Premio Strega per la seconda volta. Questa impresa è riuscita prima d’ora soltanto a Paolo Volponi nel 1965 e nel 1991 con La macchina mondiale e La strada per Roma.

Quanto al suo editore, La Nave di Teseo si aggiudica per la prima volta dalla sua fondazione nel 2015 il Premio Strega, dopo due finali nel 2016 con Elena Stancanelli e il suo La femmina nuda e nel 2019 con Claudia Durastanti e il suo La straniera.

Immagine in evidenza: Sandro Veronesi vincitore della 74esima edizione del Premio Strega. Fonte: www.premiostrega.it

 


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Alberto Paolo Palumbo

Laurea magistrale in Lingue e Letterature Europee ed Extraeuropee all'Università degli Studi di Milano con tesi in letteratura tedesca.
Sente suo quello che lo scrittore Premio Campiello Carmine Abate definisce "vivere per addizione". Nato nella provincia di Milano, figlio di genitori meridionali e amante delle lingue e delle letterature straniere: tutto questo lo rende una persona che vive più mondi e più culture, e che vuole conoscere e indagare sempre più. In poche parole: una persona ricca di sguardi e prospettive.
Crede fortemente nel fatto che la letteratura debba non solo costruire ponti per raggiungere e unire le persone, permettendo di acquisire nuovi sguardi sulla realtà, ma anche aiutare ad avere consapevolezza della propria persona e della realtà che la circonda.